Entrare in un luogo sacro anche in orari insoliti e fruire di visita guidata in autonomia, accompagnati in un percorso ragionato di osservazione delle opere d'arte presenti, semplicemente con la narrazione del proprio smartphone, inquadrando un qr-code. Questo sarà possibile dal 30 giugno 2018 in 19 chiese e istituti culturali della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, grazie al progetto "Tesori d'Arte Sacra. Percorsi digitali", promosso dalle cooperative FeArT e LiberBook, nell'ambito del più ampio progetto denominato Chiese Aperte.
Finanziato con 300 mila euro dalla Regione Puglia (Fondo Speciale per la cultura e il patrimonio culturale), il progetto Chiese Aperte è il frutto dell'accordo tra l'Assessorato regionale all'Industria turistica e culturale e la Conferenza Episcopale Pugliese. Coinvolge le 19 diocesi della regione, da San Severo a Ugento, e prevede l'apertura straordinaria dei luoghi di culto e di cultura, la promozione di eventi culturali rivolti sia ai cittadini sia ai turisti, l'accompagnamento al racconto dei luoghi attraverso strumenti e materiali divulgativi innovativi, il miglioramento della qualità dell'offerta del servizio di guida turistica.
L'attuazione diocesana prevede la creazione di un sito web dedicato, al quale rimandano, tramite pannelli informativi installati nei 19 luoghi prescelti, i qr-code riprodotti che consentono a visitatori e turisti di costruire percorsi personalizzati di conoscenza dei luoghi stessi. Inoltre in ogni sito è prevista la realizzazione e la distribuzione di brochure con percorsi tematici che si estendono a tutto il patrimonio diffuso della Diocesi.
L'iniziativa sarà presentata al pubblico attraverso una conferenza stampa convocata venerdì 22 giugno 2018 alle ore 19.00 presso il Museo diocesano di Molfetta.
L'incontro, moderato da Luigi Sparapano, direttore dell'Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali, partner dell'iniziativa, vedrà l'intervento del vescovo Domenico Cornacchia, di don Michele Amorosini, direttore del Museo Diocesano di Molfetta e di don Gaetano Coviello, delegato regionale per i Beni Culturali.