Diözese von Treviso

Chiesa di San Pietro Apostolo

E’ verosimile pensare che solo dopo la metà del VI secolo, quando Treviso divenne sede vescovile, sia stata costruita una prima cattedrale; questa era affiancata dal battistero a pianta circolare di cui si possono vedere ancor oggi i resti musivi pavimentali scoperti negli scavi del 1967. Sull’area di questo primo edificio fu iniziata tra la fine del XI e l’inizio del XII secolo la costruzione della cattedrale in forme romanico-padane. Essa si caratterizzava per la pianta basilicale a tre navate, priva di transetto, la copertura lineare a capanna, la facciata con grande rosone e bifore cieche ed era dotata di un protiro con leoni stilofori. Quest’ultimo fu successivamente inglobato in un portico più ampio. L’area presbiterale era rialzata, come oggi, sopra la cripta a tre absidi e volte a crociera. Su tale impianto poi, tra la fine del ‘400 e gli inizi del ‘500, furono innestate da Pietro Lombardo con la collaborazione dei figli Antonio e Tullio, le tre cappelle absidali. I lavori iniziati nel 1481, con la demolizione del presbiterio romanico videro la costruzione della cappella maggiore a pianta quadrata, con abside e cupola emisferica che, al termine di una complessa vicenda costruttiva fu dedicata, nel 1488, all’Immacolata Concezione di Maria. Una scala semicircolare al centro permetteva l’accesso al presbiterio. Nell’abside fu collocato, nel 1506, l’altare maggiore sopra il quale era posta l’arca-reliquiario dei santi Teonisto, Tabra e Tabrata. Ai lati, addossati alle pareti, erano disposti gli stalli lignei dei canonici: al centro di quelli di sinistra si trovava il seggio episcopale, mentre al centro di quelli di destra quello del podestà veneziano. Lo spazio antistante la cappella maggiore, pur se ugualmente rialzato sopra la cripta, costituiva l’ideale continuazione della navata principale mantenendo verso di essa l’iconostasi medioevale e, probabilmente, i due amboni. Le due cappelle laterali precedute da un ampio vestibolo e con una struttura derivata da quella maggiore, furono realizzate solo nella prima metà del ‘500. Quella di sinistra, detta del Santissimo (1506-13) è opera di Antonio Maria da Milano, quella di destra, della SS. Annunziata (1518-23), invece, dell’architetto Martino Lombardo Alla fine del ‘600 furono eseguite alcune aggiunte e modifiche alla cappella maggiore. All’altare e all’arca rinascimentale fu sovrapposta l’urna del Beato Enrico da Bolzano con decorazioni barocche e furono rimossi l’iconostasi e gli amboni medioevali. Terminato il grande cantiere rinascimentale non furono eseguiti più lavori di particolare rilievo fino al XVIII secolo. Nel 1742, a causa dello stato di degrado dell’edificio, su richiesta dei canonici del Capitolo, venne indetto un concorso per la sua ricostruzione, vinto dall’architetto Giordano Riccati. Questi concepì la demolizione e la ricostruzione integrale delle navate della cattedrale ispirandosi e armonizzandola alla concezione del progetto lombardesco. Le dimensioni dell’aula divennero così 75 metri di lunghezza per 23 metri di larghezza. Tra il presbiterio rinascimentale e la nuova aula fu realizzato una spazio di raccordo che, di fatto, prolunga il presbiterio verso la navata tramite ampie arcate doppie con cupola. Sulle pareti furono realizzate due nuove cantorie a balconata in una delle quali, nel 1773, fu collocato l’organo costruito da Gaetano Callido. Una scala centrale che si concludeva con balaustre e cancellata scendeva a livello delle navate ricostruite. Per le predicazioni fu collocato, sul primo pilastro a sinistra nella navata, un grande pulpito. Con l’ultimazione tra il 1836 e il 1848, ad opera dell’architetto Francesco Bomben, dell’attuale pronao neoclassico, si concluse la stagione dei grandi interventi sulla Cattedrale che assunse l’aspetto odierno. Il nuovo altare maggiore che, per ragioni di migliore visibilità doveva essere collocato tra l’antica cappella presbiteriale e la nuova del coro, fu realizzato solo nel 1852, senza dossale e con, sospeso, “il cielo” a baldacchino tuttora presente. In tale logica venne trasferita la cattedra episcopale nello spazio anteriore, tra le paraste della parete di sinistra, realizzando ulteriori stalli per i canonici. Nel 1911 venne smontato l’antico altare maggiore, mentre l’arca rinascimentale fu trasferita nella cappella di San Sebastiano. Nel 1915 venne collocato nell’abside maggiore, alterandone la spazialità, il nuovo grande organo elettro-meccanico. Nel 1919 vennero smontate le cantorie e murata la nicchia dell’organo settecentesco, sostituito da affreschi, mentre nel 1925 l’altare maggiore venne arricchito con tre lastre bronzee a rilievo. Infine, dopo il 1920, venne effettuata una lunga campagna di interventi strutturali. Come battistero viene utilizzata l’adiacente chiesa di S. Giovanni Battista, coeva alla cripta della cattedrale (sec. XI-XII). Il campanile della cattedrale è costituito dall’adiacente Torre degli “avogari” del vescovo, databile tra l’XII e il XIII secolo.

Grundriss

1. Altare

2. Altare maggiore

3. Ambone

4. Cattedra

5. Sede

6. Il fonte battesimale si trova nell’adiacente chiesa di San Giovanni Battista

7. Penitenzieria

8. Confessionali

9. Custodia eucaristica

10. Crocefisso

11. Coro

12. Organo

13. Organo positivo

14. Sagrestia

Data del rilievo: 2002

QUELLE

G. della Longa, A. Marchesi, M. Valdinoci, Antichi spazi per la nuova liturgia. Lo stato di adeguamento delle cattedrali della Regione Ecclesiastica Triveneto alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II, Rovereto 2002

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