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Crocevia di importanti dinamiche territoriali, nonché sede di una delle più antiche diocesi campane, la città di Conza, in origine prospero municipio romano, fu un centro politico di rilevante interesse soprattutto a partire dal 524 quando, occupata dai Goti, divenne una piazzaforte per il controllo dei territori dell’alta valle del Sele e delle grandi strade che la attraversavano. Ulteriormente potenziata al tempo della conquista longobarda (588), quando fu scelta da Arechi I come capoluogo di un vasto gastaldato i cui confini raggiungevano Palomonte, Colliano, Valva e Pescopagano, fu poi occupata dai Normanni nel 1076 diventando sede arcivescovile. Benché le fonti sembrerebbero documentare la presenza di un vescovo di Conza fin dall’anno 743, anno in cui un tal vescovo Pelagio partecipò al Concilio Romano, l’origine della prima cattedrale, intitolata a Santa Maria Assunta, risale al X secolo, periodo in cui nell’antica città arroccata sull’altura fu fondato un edificio sacro a pianta basilicale articolato su tre navate. La cattedrale, dedicata a Sant’Erberto vescovo di Conza fra il 1169 e il 1181, sorse nell’area originariamente occupata dal foro romano di cui recenti scavi hanno messo in luce i resti del podio di un edificio pubblico, di un pregevole mosaico policromo e di alcune colonne appartenenti ad altri edifici. Più volte distrutta nel corso dei secoli a causa dei frequenti terremoti che hanno caratterizzato la storia dell’Irpinia, la chiesa fu ricostruita, limitandosi all’età moderna, nella seconda metà del XVII secolo, dal vescovo Gaetano Caracciolo, e nel periodo successivo al terremoto del 1732 su iniziativa del vescovo Giuseppe Nicolai. Nella seconda metà del XVIII secolo fu ricostruito il campanile. In seguito al terremoto del 1980 la città fu completamente distrutta come si rileva dalle rovine recuperate nell’ambito del parco archeologico che, tuttora in corso di sistemazione, sorge sull’area corrispondente al centro storico dell’antica città. Un’analoga sorte interessò la cattedrale di cui si conservano unicamente alcuni frammenti della facciata, delle pareti perimetrali e dell’abside. Nel nuovo centro ricostruito a valle, in località Piano delle Briglie, è stata costruita anche la nuova concattedrale, il cui progetto elaborato dall’architetto Michele Carluccio, è stato coordinato dall’Ufficio Tecnico Diocesano. Il nuovo edificio sacro, consacrato l’8 dicembre 2003, si svolge su un’ampia aula a pianta circolare scandita da quattordici colonne e sormontata da una grande cupola costolonata che copre l’intero invaso. Al compatto volume esterno, segnato dalla cupola impostata sulle pareti perimetrali dove la scansione delle superfici è affidata al cromatismo dei mattoni, della pietra naturale e dell’ intonaco giallo, si affianca l’esile campanile laterale sviluppato su pianta quadrata ed articolato su un primo corpo pieno e su tre livelli superiori finestrati e ornati da colonne nei quattro angoli. Il progetto degli spazi liturgici, in corso di elaborazione da parte dell’Ufficio Tecnico Diocesano, prevede il recupero delle pregevoli suppellettili sacre dell’antica cattedrale almeno limitatamente al presbiterio, dove saranno sistemati l’altare, la cattedra vescovile lignea settecentesca nonché l’ambone ricavato dal fonte battesimale della chiesa distrutta.

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