Il verificarsi di calamità naturali (per definizione imprevedibili) in un territorio geograficamente diversificato come quello aquilano – e, con essa, la conseguente emergenza – induce a riconsiderare il gravoso compito cui nessun Soggetto, chiamato a tutelare il patrimonio culturale, può sottrarsi, tanto nel pubblico come anche nel privato.
La mission diocesana, entro più ampi e articolati partenariati, vuole incentivare l'attivazione di nuove prospettive di rinascita, promuovendo una rinnovata "Teologia dell'Arte", con l'obiettivo di infondere nelle generazioni future la conoscenza di un linguaggio artistico che da secoli, nonostante i ricorsivi eventi tellurici che la caratterizza, sottende la storia aquilana con singolari accentazioni stilistiche.
L'esigenza di tutelare un patrimonio unico nel suo genere nasce dal riconoscere i valori fondativi che lo caratterizzano e le potenziali specialità che gli appartengono, a riprova dell'esistenza di una "giovinezza senza tempo" che investe gli alfabeti del bello.
L'Aquila, oggi nota come sesto centro storico in Italia per densità di edifici monumentali – ma fino all'aprile 2009 un periferico capoluogo in territorio montano – ospita il più grande cantiere d'Europa, avamposto di ricerca e sperimentazione, di dialogo e confronto sui temi del recupero e della sicurezza.
È sulla scorta di queste riflessioni che l'Arcidiocesi, aderendo all'iniziativa "Aperti al MAB", vuol farsi portavoce della propria esperienza, resa complessa dalle condizioni indotte dal sisma, ma al contempo apertasi a inaspettate sfide sui temi della tutela e della valorizzazione dei beni culturali di cui dispone, dalle architetture alle opere d'arte, dai libri agli archivi: un patrimonio di indubbio rilievo storiografico. E per farlo – ben consapevole delle difficoltà oggettivamente determinatesi, e ancora oggi presenti – pubblicherà delle annotazioni, all'interno della settimana dal 3 al 9 giugno prossimi, raccontandosi nei primi dieci anni di storia che la separano dalla data del sisma del 2009.
La presenza dell'Arcidiocesi Aquilana in "Aperti al MAB" riconferma il ruolo di una Chiesa in cammino, propulsiva, viva e operante nella storia: protesa nel quotidiano impegno della ricostruzione, affinché la Comunità urbana ed ecclesiale possa rinascere come «città moderna e inclusiva», modello di cooperazione e sostenibilità, capace di proiettarsi in questa epoca, oltre i confini del suo territorio.