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BeWeB compie 20 anni

Un convegno online e un volume per celebrare il 20° anniversario del portale dei beni culturali ecclesiastici.

15/12/2020

"Un'invenzione straordinaria dal carattere fortemente ecclesiale". Così mons. Stefano Russo, Segretario Generale della CEI, ha definito BeWeB, il portale che rende visibile il patrimonio storico e artistico, architettonico, archivistico e librario delle diocesi e degli istituti culturali ecclesiastici. Intervenendo all'incontro online organizzato dall'Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto in occasione del 20° anniversario di BeWeB, mons. Russo ha ripercorso il cammino compiuto nell'ambito "dell'inventariazione dei beni storico-artistici" per sottolineare "la crescita dell'impegno in qualità e quantità, ma anche la crescita culturale che ha permesso di cambiare l'approccio sui beni ecclesiastici". Ci sono stati "un investimento sulle persone e una scommessa sulle comunità chiamate a prendersi cura del loro patrimonio", ha spiegato il Segretario Generale della CEI evidenziando che BeWeB rappresenta "il frutto di una rete di relazioni umane, improntate da dinamiche di natura ecclesiale". Si tratta, ha infatti ricordato, "di un luogo di sintesi che coinvolge migliaia di persone" che ha alla base "un modello ecclesiale fondato sulla partecipazione attiva, sul gioco di squadra". Per questo, BeWeB può essere considerato, ha rilevato il vescovo, "l'espressione del messaggio contenuto nell'enciclica Fratelli Tutti". Il portale, ha detto mons. Russo, "è frutto di un lavoro di Chiesa che vuole conoscere in profondità sé stessa, ma è aperta al mondo e alla contemporaneità". Il servizio di BeWeB è "quello di raccontare dal di dentro la cultura, facendola emergere", ma anche "agire sul territorio, fare informazione, formazione, coltivare l'appartenenza sociale ed ecclesiale, attraverso una passione per il lavoro che si nutra di bellezza e di rispetto, perché non vi è racconto che, trasfigurato dalla bellezza, non rispetti la dignità umana", ha sottolineato da parte sua Vincenzo Corrado, direttore dell'Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali, per il quale "il portale ha rappresentato un riferimento in termini di servizio per la cultura e la pastorale ed ha sostenuto la rete di persone, professionalità, esperienze e condivisione di buone pratiche". In sintesi, "ha contributo alla costruzione di una comunità". Grazie al lavoro capillare compiuto sul territorio dagli uffici diocesani per i beni culturali, BeWeB è divenuta, secondo Corrado, una vera e propria "Rete Ecclesiale", guidata da alcuni principi fondamentali: la progettualità, ossia quella "capacità di guardare continuamente ai percorsi da intraprendere e di disegnare linee chiare per dare alle idee basi solide"; lo sguardo, inteso come "attenzione al ‘come' si fa e non solo al ‘che cosa'"; la condivisione, che "nasce dall'accoglienza dell'altro e si fonda sulla relazione autentica"; il tempo con la tensione alla generatività, che consente di "coinvolgere altre persone, far nascere vita da consegnare come eredità ad altri, nutrire speranza per chi verrà dopo e non interrompere il patto generazionale". Se un elemento decisivo del progetto di BeWeB è quello del territorio e delle relazioni che vi si creano, un altro è senza dubbio quello delle tecnologia. "C'è una profonda interazione tra l'informatica e la sensibilità per i beni culturali", ha fatto notare Giovanni Silvestri, responsabile del Servizio Informatico della CEI, che ha indicato alcune prospettive per rendere il portale ancora più fruibile e visibile. "Fin dall'inizio è stata chiara l'intenzione che BeWeB dovesse essere al servizio delle comunità locali e dei territori", ha affermato Silvestri per il quale il sito non è una vetrina di "musei statici", ma parte "dalla vita delle comunità" ed è "in ascolto del territorio". Nel corso dell'incontro, don Valerio Pennasso, direttore dall'Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto, ha presentato "BeWeb2020", il volume scritto a più mani ed edito da Gangemi, che racconta l'esperienza di un progetto che ha saputo coniugare bellezza, fede e cultura, dimensione locale e nazionale, tradizione e innovazione. "Ci sono una regia nazionale, una progettualità nazionale, ma è un lavoro partecipato", ha chiarito don Valerio Pennasso, mettendo in luce la sinergia tra uffici e ricordando che nel testo "vi sono narrazioni di percorsi e itinerari per far sì che la vita delle persone abbia riscontro sugli oggetti". Quello di BeWeB, ha concluso don Pennasso, "è un cammino, una sfida sempre in atto: stiamo cercando di offrire strumenti e tecnologie adeguati alle persone perché è importante mettere insieme un patrimonio diversificato nel suo essere e nella sua narrazione".

da www.chiesacattolica.it

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