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Cera una volta ...

I bambinelli in ceroplastica dai monasteri clariani. Mostra

Archivio Generale della Federazione delle Clarisse Urbaniste d'Italia (Viterbo), Archivio Generale Federazione Clarisse S. Giacinta Marescotti (Viterbo), Biblioteca della Federazione delle Monache Clarisse Urbaniste d'Italia (Viterbo), presso il Monastero di S. Rosa e presso il Monastero di S. Bernardino, dal 07/12/2023 al 30/01/2024

Archivio Generale della Federazione delle Clarisse Urbaniste d'Italia (Viterbo), Archivio Generale Federazione Clarisse S. Giacinta Marescotti (Viterbo), Biblioteca della Federazione delle Monache Clarisse Urbaniste d'Italia (Viterbo), presso il Monastero di S. Rosa e presso il Monastero di S. Bernardino Archivio Generale della Federazione delle Clarisse Urbaniste d'Italia (Viterbo), Archivio Generale Federazione Clarisse S. Giacinta Marescotti (Viterbo), Biblioteca della Federazione delle Monache Clarisse Urbaniste d'Italia (Viterbo), presso il Monastero di S. Rosa e presso il Monastero di S. Bernardino

Da sempre apprezzata per le sue qualità uniche di malleabilità e somiglianza con l'epidermide umana per via del suo aspetto morbido e levigato, la cera ha trovato, nel corso della storia, diversi impieghi nelle attività artigianali e manuali. Venne impiegata, in particolare, come materia plastica nella realizzazione di statue antropomorfe. Nei monasteri femminili nei secoli passati si utilizzava la cera per produrre oggetti con funzione devozionale, volta a soddisfare le esigenze di culto popolare, in modo particolare attraverso la realizzazione di ceri, ex voto, statuette e figurine del presepe.

Sul finire del Seicento l'arte della ceroplastica devozionale era considerata appannaggio delle monache, soprattutto riguardo ai Bambinelli. Le statue di cera potevano raffigurare Gesù bambino in fasce in vari atteggiamenti: supino, assiso in trono o su una semplice sediolina, dormiente o vigile, in posizione orante o in espressioni naturalistiche. Queste statue potevano essere vendute come doni diretti alle giovani spose in quanto oggetti propiziatori e di buon auspicio; potevano far parte della dote delle monache o sancire la comunione spirituale con altri conventi come nel caso del famoso simulacro di Maria Bambina conservato nell'omonimo santuario di Milano.

La mostra sui Bambinelli di cera e sull'arte della ceroplastica nei due monasteri clariani viterbesi ha lo scopo di condividere con la comunità dei fedeli i preziosi tesori in essi conservati.

Sarà possibile visitare la mostra dal 7 dicembre al 30 gennaio 2024 presso il Monastero di S. Rosa (via S. Rosa, 33) e presso il Monastero di S. Bernardino (piazza della Morte).

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