Le più antiche lettere della storia dell'uomo occidentale di cui si conosca l'esistenza sono poco meno di una decina di esemplari greci, scritti a graffio su sottili lamine di piombo databili al periodo tra il VI e il IV secolo a.C. Si tratta di testi brevi, disposti su poche righe che contengono ordini, disposizioni o richieste. Nel XVII secolo inizia a svilupparsi l'abitudine di inserire le lettere in una busta grazie anche alla riduzione del prezzo della carta. Da queste comunicazioni la storia delle lettere arriva fino all'oggi compiendo una parabola lunghissima, segnata da enormi trasformazioni tecnologiche e culturali trasfigurandosi profondamente. Le lettere d'amore sono tra le più belle: è un rituale tutto amoroso, un scambio privato in cui i due interlocutori possono essere se stessi senza vergogna né paura di essere giudicati. Per gli immigranti, i rifugiati, gli innamorati distanti, in particolare, le lettere rappresentano un cartaceo di storie che riaffiorano alla memoria. In molte famiglie, lettere di questo genere finiscono dimenticate nei cassetti, nelle case di campagna, nelle soffitte e una volta ritrovate mettono in evidenza una costellazione di emozioni.

La biblioteca presenta una mostra storico documentaria sulle missive d'amore ivi conservate, racconti e musica faranno ripercorrere le emozioni dei secoli passati, facendo vivere di volta in volta i sentimenti che nascevano in palazzi e castelli del centro storico della città di Brindisi. E poi le voci, le gioie, i dolori, le passioni, i biglietti nascosti, in un viaggio tra amore ed educazione sentimentale, ripercorrendo di pari passo storie realmente accadute e sepolte in polverosi documenti antichi. Appuntamento è il 20 maggio nella sala studio della Biblioteca Pubblica Arcivescovile "A. De Leo" in piazza Duomo alle 18.30 con prenotazione obbligatoria (bibliotecadeleo@libero.it), dove le storie d'amore della città saranno raccontate e commentate musicalmente dalla direttrice, Katiuscia Di Rocco, dal maestro Gaetano Leone e dalla voce recitante Elisabetta Leone.