Battisteri e scena urbana nell'Italia comunale
Vista dall'alto della porta nord del Battistero di Firenze
Nel 1401 i Mercanti di Calimala, arte fiorentina del commercio internazionale dei panni, custodi del Battistero, promossero un concorso per realizzare la seconda porta bronzea dell’edificio; a sessantacinque anni dal completamento della prima porta, quella ad opera di Andrea Pisano. Il tema proposto agli artisti era l’Antico Testamento, in seguito invece venne cambiato con il Nuovo Testamento.
Venne composta una commissione formata da trenta “periti fra pittori e scultori d'oro, d'argento e di marmo”, fiorentini e delle città limitrofe, più i quattro consoli dell'Arte di Calimala tra cui anche il banchiere Giovanni di Bicci de'Medici.
Parteciparono al concorso: Filippo Brunelleschi, Lorenzo Ghiberti, Jacopo della Quercia, Francesco di Valdambrino, Simone da Colle, Niccolò di Luca Spinelli da Arezzo, Niccolò di Pietro Lamberti.
Agli artisti venne chiesto di produrre una formella, in bronzo inscritta entro un quadrilobo come quelle che Andrea Pisano aveva già prodotto per l’altra porta; con il tema del Sacrificio di Isacco. Vennero messi a disposizione dei sette artisti in totale circa 34 chili di bronzo. Del concorso oggi si conservano solo due formelle, quelle del Ghiberti e del Brunelleschi, della grandezza di 45 x 38 centimetri entrambe custodite al museo del Bargello.
Il Ghiberti, nei suoi Commentari si attribuisce la vittoria netta, ma molto probabilmente fu vincitore ex equo con il Brunelleschi, come ci racconta il biografo di Brunelleschi, l’architetto Antonio Manetti: “Filippo non volle mai consentire se l'opera non era tutta sopra di lui”; fu infatti il Brunelleschi che si rifiutò di lavorare insieme al Ghiberti per la troppa differenza di stile; tesi questa ripresa in seguito anche dal Vasari.
Il contratto è datato 23 novembre 1403, in cui si stabiliva che Lorenzo Ghiberti dovesse curare personalmente le figure, gli alberi e simili, gli era permesso di avere alcuni aiutanti tra cui il padre Bartolo; era prevista una media di consegna di tre formelle l’anno, ma nel 1407, venne stipulato un nuovo contratto nel quale il Maestro si impegnava a non prendere altri incarichi, in quanto i tempi della precedente consegna non era stati rispettati. Le fasi di disegno e di fusione delle formelle occuparono parecchi anni, ma fu il lunghissimo lavoro di rinettattura (levigatura, integrazione delle eventuali lacune dovute alla tecnica della fusione a cera persa) a richiedere circa un ventennio di lavoro, fu infatti soltanto nel marzo del 1423 che si deliberò la doratura della porta. Il 29 aprile del 1424 vennero pagati al Ghiberti 22.000 fiorini, e la porta fu collocata nel lato est, rivolto verso Santa Maria del Fiore; ma nel 1452 fu spostata nel lato nord per far posto alla Porta del Paradiso. L'opera è firmata al centro, sopra le formelle della Natività e dell'Adorazione dei Magi: "OPVS LAUREN/TII FLOREN/TINI"
La porta è composta da ventotto formelle a cornice mistilinea (quadrilobo), disposte in sette file di quattro, due per battente e riprende fedelmente lo schema dell’antecedente porta di Andrea Pisano. Vi sono raffigurate le storie del Nuovo testamento, dall'Annunciazione alla Pentecoste, che vanno lette dal basso verso l'alto, da sinistra verso destra, a partire dalla terza fila dal basso: tale disposizione venne scelta per avere il culmine drammatico, in alto, delle storie della Passione.
Nelle prime due file in basso sono riprodotti i quattro Evangelisti e, sotto, i quattro Dottori della Chiesa. Il telaio contiene agli angoli delle formelle quarantasette testine di Profeti e Sibille entro cornici a lobo.