Diócesis de Pinerolo

Chiesa di San Donato

Le origini della chiesa di San Donato risalgono attorno all’anno mille, quando il Borgo Piano di Pinerolo, fuori le mura, divenne centro abitato e sede di attività commerciali, fiere, mercati e transito dalle valli verso Torino e dal Piemonte verso la Savoia. Nel 1044 il Marchese di Monferrato donò alla chiesa tre proprietà situate nel territorio della corte; inoltre in un documento del 1078 la chiesa viene menzionata unitamente a quella di San Maurizio. A causa della rarità delle fonti iconografiche riguardanti la primitiva fabbrica di San Donato, è difficile ricostruirne l’aspetto originario: si ipotizza che possedesse un coro ed un chiostro e che, come la chiesa di San Maurizio, fosse preceduta da un porticato. Di fronte alla porta grande si svolgeva il mercato del grano, che venne successivamente trasferito, nel 1599, sulla piazza di San Maurizio per l’ampliamento della chiesa, divenuta troppo piccola. Nel 1425 ebbe inizio l’edificazione del campanile e tra il 1495 ed il 1507 fu ampliata la chiesa. La nuova costruzione fu consacrata nel 1508 dall’arcivescovo di Laodicea, Baldassarre Bernezzo, prevosto di Pinerolo, anche se nella prima visita pastorale compiuta nel 1518 i lavori di ampliamento non erano ancora stati ultimati in quanto alcune cappelle mancavano della volta e del pavimento e la chiesa non era ancora stata completata nella sua decorazione interna; ancora alla fine del Cinquecento alcune parti risultavano incomplete. Con la Bolla del 23 dicembre 1748, il Papa Benedetto XIV erigeva il Vescovado di Pinerolo e la chiesa di San Donato divenne cattedrale con il titolo di Santa Maria Assunta e compatroni i Santi Donato e Maurizio. Tra il 1766 ed il 1768 il duomo fu oggetto di interventi di restauro che gli conferirono un aspetto barocco. Le antiche strutture romaniche subirono progressivi e sostanziali interventi architettonici, strutturali e decorativi che si sovrapposero al tessuto originario: le colonne vennero ridotte a pilastri quadrati decorati con capitelli barocchi, gli archi a sesto acuto furono resi a tutto sesto, vennero applicati stucchi, ingrandite le finestre rotonde della navata centrale e murate quelle basse delle navate laterali. Interventi successivi furono eseguiti dopo il 1811 e si trattò prevalentemente di lavori di consolidamento in seguito ai danni causati dal terremoto del 1808, durante il quale parte della facciata si era staccata dal corpo della chiesa. Alla metà dell’Ottocento la chiesa versava in condizioni di degrado e necessitava di urgenti interventi di restauro, che iniziarono nel 1885. I lavori, eseguiti per volontà del vescovo mons. Chiesa sotto la direzione dell’ing. Pulciano, cancellarono l’immagine barocca dell’edificio: sulla base delle teorie di un restauro storico “integrativo”, venne avviato un ripristino globale dell’aspetto originario della chiesa. In breve tempo venne portato a termine un restauro di tipo ricostruttivo, che demolì il cornicione della navata centrale e le sovrastrutture sugli archi, scrostò i muri, cancellò i capitelli e ridusse a colonne i pilastri quadrati. Tutta la struttura venne rielaborata in una sintesi neogotica e del periodo barocco rimasero soltanto il pulpito ligneo e l’altare maggiore marmoreo con stemmi sabaudi. Inoltre furono abbattute le case prospicienti la chiesa per creare una piazza e realizzare così una nuova decorosa facciata. L’intervento fu completato con l’edificazione delle cappelle della navata destra e delle sacrestie (1903). Parallelamente si avviò un progetto globale di decorazione interna, il cui impianto iconografico venne affidato ad un ciclo di affreschi dipinti da Alessandro Vacca e Giuseppe Rollini. Nel 1966 venne costruita la cripta dei vescovi, per volere del vescovo mons. Binaschi. Nel 1970 si realizzò un primo adeguamento degli spazi liturgici, dal carattere provvisorio, per volere del vescovo mons. Quadri: in attuazione delle norme del Concilio, venne eliminata la balaustra marmorea, semplificata la cattedra lignea, rimosso il grande baldacchino sospeso alla volta dell’altare maggiore e creato un altare ligneo di fronte all’altare di marmo. Si stabilì di recuperare i fregi neogotici della vecchia cattedra episcopale e di utilizzarli per la mensa rivolta al popolo e per l’ambone-leggio. Nel 2001 venne elevato il pulpito per rendere più visibile l’altare e la cattedra. Inoltre, in occasione del 250° anniversario della Diocesi, si provvide alla sistemazione definitiva dell’area presbiterale, per volere del vescovo mons. Debernardi. Si realizzò una nuova pavimentazione in marmo e furono commissionati allo scultore Mario Rudelli altare, ambone e cattedra in marmo e sedili in legno per i canonici, che vennero inaugurati il 21 ottobre dello stesso anno.

Plano

1. altare

2. ambone

3. cattedra vescovile

4. custodia eucaristica

5. fonte battesimale

I. Leggio in legno del 1690

II. Lastra sepolcrale del vescovo Baldassarre Bernezzo

III. Pulpito

Data del rilievo: 2008

FUENTE

C. Castiglioni, L. Cervellin, P. Roletto, G. Vaudetti, Le cattedrali del Piemonte e della Valle d'Aosta. Analisi dello stato di adeguamento delle cattedrali della Regione Ecclesiastica piemontese alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II, Rovereto 2008

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30/06/2017

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