Diocese of Vercelli
HISTORY
I - Dal IV al X sec.
Il martire Teonesto, il cui sepolcro fu rinvenuto nel duomo di Vercelli durante il restauro del XVI sec., è il primo santo venerato in diocesi e festeggiato il 20 novembre.Eusebio, originario della Sardegna, lettore romano, fu il primo vescovo di Vercelli.
La sua ordinazione episcopale è databile al 345.
Nel concilio di Milano del 355 egli difese la fede nicena e per questo fu condannato da Costanzo II all’esilio in Palestina prima, in Cappadocia poi, nella Tebaide infine.
Partecipò attivamente al concilio di Alessandria del 362, illustrando i misteri dell’unità e trinità di Dio, dell’incarnazione e redenzione di Gesù Cristo.
Auspicò la riconciliazione tra le comunità ecclesiali di Antiochia, sostenne i cattolici niceni di Milano, ordinò vescovo Marcellino di Embrun.
Morì il 1° agosto 370 e fu sepolto presso la tomba del martire Teonesto.
Compose tre lettere e la traduzione del commento ai salmi di Eusebio di Cesarea.
Secondo la testimonianza di Ambrogio, egli fondò il primo cenobio clericale in Occidente.
Girolamo riferisce su una comunità di vergini vercellesi nell’esercizio della carità ecclesiale verso le donne in difficoltà.
Il codice dell’archivio capitolare contenente la traduzione latina pregeronimiana dei Vangeli è collegabile all’iniziativa eusebiana.
La Vita antica parla della prima cattedrale vercellese dedicata alla Madre di Dio e di un oratorio mariano a Crea.
Il secondo vescovo, Limenio, professò la retta fede contro l’eresia ariana nel concilio di Aquileia del 381.
Il terzo vescovo, Onorato, ricompose l’unità ecclesiale dopo la crisi provocata dagli eretici Sarmazione e Barbaziano, tenne viva la memoria di Eusebio, amministrò il viatico ad Ambrogio, vescovo di Milano, nel 397.
Il vescovo Emiliano di Vercelli partecipò ai sinodi romani del 501, 502, 504.
Portò a compimento l’acquedotto cittadino per incarico del re Teodorico.
All’inizio dell’VIII . sorse il monastero benedettino di San Michele di Lucedio.
Dall’880 all’899 fu vescovo di Vercelli Liutwardo, arcicancelliere di Carlo il Grosso.
Gli ungari saccheggiarono la città e fecero strage di tutto il clero locale il 13 dicembre 899.
Nel IX-X . si affermò la signoria comitale dei vescovi di Vercelli.
Dal 924 fu vescovo Attone, autore di sermoni e lettere, di un capitolare per il clero, di un trattato per rivendicare la libertà della Chiesa e ordinatore di commenti patristici sull’epistolario paolino.
Nel 997 fu ucciso il vescovo Pietro, difensore della Chiesa dalle indebite ingerenze del marchese d’Ivrea; il presule sostenne la riforma monastica dell’abate benedettino Bononio di Lucedio.
Al X . risale il «Vercelli book», un codice dell’archivio capitolare vercellese contenente poemi e omelie in dialetto sassone occidentale con elementi kentici ed anglici, utilizzabile come guida spirituale per i pellegrini anglosassoni.
II - Dall’XI al XV sec.
All’episcopato di Leone (999-1026) si collega il prezioso Crocifisso regale del duomo di Vercelli.Verso il 1040 il vescovo Riprando e i conti di Biandrate fecero costruire l’abbazia benedettina di San Nazzaro Sesia.
Nel 1050 Leone IX presiedette il concilio di Vercelli, che condannò l’interpretazione berengariana del mistero eucaristico e promosse la riforma disciplinare della Chiesa.
Verso il 1085 nacque a Vercelli Guglielmo che, nella sua adolescenza, intraprese il pellegrinaggio verso Santiago de Compostela e altri santuari occidentali; su consiglio di Giovanni da Matera, si stabilì poi a Montevergine, dove accolse monaci, penitenti e pellegrini, dando inizio a una nuova congregazione religiosa.
Nel 1148 Eugenio III e Bernardo di Clairvaux presenziarono alla dedicazione della restaurata basilica di Santa Maria Maggiore in Vercelli.
L’abate cisterciense Oglerio di Lucedio (†1214) esercitò un magistero spirituale, a livello europeo, con i suoi scritti eucaristici e mariani.
A lui si fa risalire il genere letterario del Planctus Mariae.
Dal 1182 al 1185 resse la diocesi eusebiana Uberto Crivelli, poi nominato papa Urbano III.
A lui successe, come vescovo di Vercelli, Alberto, canonico regolare mortariense, che indisse il sinodo del 1192 e istituì la cattedra di teologia nella scuola del duomo.
Nominato poi patriarca di Gerusalemme, diede la prima regola ai carmelitani.
Dal 1185 i vescovi di Vercelli usufruiscono del privilegio della porpora, ossia di indossare l’abito cardinalizio nelle feste solenni.
Ugo, originario di Reggio Emilia, professore di diritto canonico a Cremona, Montpellier e Palencia, fu vescovo di Vercelli dal 1213 al 1235.
Accolse i domenicani, i francescani, i canonici regolari vittorini in città.
Nel 1228 avvenne la traslazione dello studium universitario da Padova a Vercelli con l’arrivo di professori e studenti di varie nazionalità.
La facoltà più frequentata fu quella di diritto.
Il vescovo Ugo sostenne il cardinale Guala Bicchieri per l’erezione della basilica di Sant’Andrea con l’abbazia e l’ospedale maggiore.
Tommaso Gallo, abate di Sant’Andrea, fece conoscere le concordanze bibliche a fra Antonio di Padova e iniziò i francescani alla teoria del primato della carità divina e della contemplazione mistica di Dio.
Nel 1243 il potere comitale dei vescovi fu ceduto ufficialmente al comune di Vercelli.
Giovanni, detto di Vercelli, divenne maestro generale dei domenicani nel 1264 e donò preziosi codici biblici alla sua città.
Emilia Bicchieri, fondatrice e priora delle domenicane dal 1272, fu sepolta in duomo.
Nel 1294 il vescovo Aimone di Challant consacrò il santuario mariano di Oropa.
L’eretico Dolcino, antigerarchico, fu condannato a Vercelli nel 1307.
I seguaci del domenicano fra Manfredi, un apocalittico vercellese, organizzarono il pellegrinaggio penitenziale del 1423 verso Roma, in attesa della fine del mondo.
Durante l’episcopato di Urbano Bonivard (1469-1499) morì a Vercelli il duca Amedeo IX di Savoia, sepolto con venerazione in duomo nel 1472, e fu eretta la diocesi di Casale Monferrato il 18 aprile 1474, smembrando il suo territorio dall’antica diocesi eusebiana.
Nel XV . i francescani di Biliemme trascrissero i Fioretti di san Francesco in un codice oggi conservato presso la biblioteca Reale di Torino e raccolsero le opere spirituali di fra Candido da Vercelli in un codice custodito presso la biblioteca Agnesiana di Vercelli.
Nei primi secoli spettava ai canonici l’elezione del vescovo.
Dopo la morte del vescovo Martino Avogadro nel 1268, il capitolo del duomo si trovò diviso nell’elezione di due candidati all’episcopato.
Il papa elesse Aimone di Challant.
Alla sua morte i canonici elessero Rainero Avogadro, prima ricusato e poi accettato dal papa.
Urbano VI nel 1384 riservò a sé l’elezione del vescovo di Vercelli.
L’ultimo tentativo dei canonici di eleggere un proprio candidato all’episcopato nel 1437 fu respinto da Eugenio IV, che nominò Guglielmo Didier.
Il cardinale Ludovico Fieschi ottenne da Bonifacio IX nel 1394 il feudo di Masserano e Crevacuore, che da Paolo III fu elevato a marchesato nel 1547 e da Clemente VIII a principato nel 1598.
Per il concordato del 1741 Benedetto XIV costituì suo vicario perpetuo per il principato di Masserano e il marchesato di Crevacuore negli affari temporali Carlo Emanuele III di Sardegna.
Il principe Filippo Vittorio Amedeo Ferrero Fieschi nel 1767 rinunciò al feudo a favore del predetto re.
III - Dal XVI al XVIII sec.
Nel 1529 e nel 1532 Gaudenzio Ferrari ebbe l’incarico di affrescare la chiesa urbana di San Cristoforo, considerata la piccola «cappella sistina» di Vercelli.Lanino e Giovenone affrescarono la chiesa parrocchiale di San Giuliano, dove il nuovo vescovo iniziava la processione d’ingresso in diocesi.
Verso il 1553 giunse a Vercelli la teologa spagnola Isabel Josa de Cardona, discepola spirituale di sant’Ignazio di Loyola, che fu autorizzata a erigere una chiesa in onore della Madonna di Loreto accanto a una casa per l’educazione delle orfane.
Dal 1543 al 1561 fu custodita la sindone nel duomo di Vercelli, dove, almeno dal 1372, il mattino di Pasqua viene lasciato cadere dal Crocifisso regale un velo, che allude all’apparizione del Risorto spogliato della sindone, di cui parlano due codici dell’archivio capitolare, uno dell’VIII-IX e l’altro del XII . Nel 1562 Pio IV riconobbe il miracolo all’origine del santuario della Madonna del Trompone, visitato da san Carlo Borromeo.
La riforma tridentina trovò puntuale applicazione in diocesi con l’erezione del seminario del 2 gennaio 1566.
Sei prelati appartenenti alla famiglia Ferrero governarono la diocesi dal 1499 al 1502, dal 1503 al 1572, dal 1599 al 1610.
Titolare della cattedra eusebiana nel 1502-1503 fu Giuliano Della Rovere, poi nominato papa Giulio II.
Il vescovo Giovanni Francesco Bonomi (1572- 1587) impegnò i cappuccini, i gesuiti e i barnabiti nelle missioni al popolo e nell’educazione della gioventù.
Celebrò undici sinodi.
Il 30 marzo 1575 fu soppresso il rito «eusebiano».
Nel 1630 Vercelli, liberata dalla peste, cominciò a celebrare la festa annuale di ringraziamento nel santuario della Madonna degli infermi.
A causa dell’occupazione spagnola di Vercelli la diocesi rimase vacante dal 1648 al 1660.
L’episcopato di Vittorio Agostino Ripa (1679- 1691) fu turbato dalla questione semiquietista, in seguito a una pubblicazione del barnabita François La Combe e alla permanenza in città di madame Jeanne Marie Bouvier de la Motte-Guyon.
Superata la storica controversia tra Stato e Chiesa, che causò la vacanza della diocesi dal 1700 al 1727, il XVIII . vide l’erezione di molte chiese e il restauro di antichi oratori.
Il cardinale Carlo Vincenzo Ferreri ripristinò parzialmente il rito «eusebiano » nel 1736.
G.
Pietro Solaro (1743- 1769) celebrò il sinodo del 1749, promuovendo le compagnie della dottrina cristiana, la frequenza sacramentale e la devozione al Sacro Cuore di Gesù.
I cappuccini diffondevano la fama di santità di fra Ignazio da Santhià, modello dei confessori.
Il collegio dei gesuiti, l’abbazia di Sant’Andrea e il seminario allestivano rappresentazioni teatrali.
Nel 1746 fu costituita la biblioteca Agnesiana per l’aggiornamento culturale del clero.
Per contrastare più efficacemente la propaganda giansenista fu smembrato il Biellese dalla diocesi eusebiana con l’erezione della nuova diocesi di Biella del 1° giugno 1772.
L’abbattimento dell’antica basilica di Santa Maria Maggiore, permesso dal vescovo monsignor Vittorio Gaetano Costa d’Arignano, suscitò il malcontento popolare, alimentato dalle pubblicazioni di G.
A.
Ranza.
Una satira carnevalesca della teologia molinista in seminario nel 1775 fece scoppiare un caso diplomatico in cui fu coinvolto lo stesso vescovo Costa.
IV - XIX e XX sec.
Pio VII, con bolla del 1° giugno 1803 e con decreto esecutivo del 25 gennaio 1805, soppresse la diocesi di Biella, riunendola a quella di Vercelli, a cui furono assegnate alcune parrocchie delle diocesi di Casale Monferrato, Ivrea e Novara.A sua volta Vercelli perse alcune parrocchie della diocesi, aggregate a quelle di Torino, Asti e Novara.
Lo stesso decreto sottrasse la diocesi di Vercelli dalla metropolia di Milano, facendola diventare suffraganea dell’arcivescovo di Torino.
Nel 1813 Napoleone elesse come vescovo di Vercelli il canonico C.
G.
Tardì, non riconosciuto dal papa.
L’eletto si dimise nel 1814.
Pio VII, con bolla del 17 luglio 1817, ridusse la diocesi vercellese ai confini attuali, elevandola in pari tempo a sede metropolitana, con le diocesi suffraganee di Alessandria, Biella, Casale Monferrato, Novara e Vigevano.
Il primo arcivescovo di Vercelli fu monsignor Giuseppe Maria Grimaldi (1817-1830), restauratore della basilica di Sant’Andrea, affidata agli oblati dei santi Eusebio e Carlo.
Le suore della carità di S.
G.
A.
Thouret aprirono la casa provinciale di Vercelli nel 1830.
Alessandro D’Angennes, senatore del Regno di Sardegna, spiritualmente e culturalmente vicino a Rosmini, consigliere di Carlo Alberto, fu arcivescovo di Vercelli dal 1832 al 1869.
Ampliò il seminario, promosse la diffusione degli asili infantili e la costituzione della casa di riposo in città.
Celebrò il sinodo del 1842.
Fu amico fraterno della comunità israelitica locale.
Dal 1839 al 1853 fu insegnante a Vercelli il barnabita Luigi Bruzza, archeologo stimato da Theodor Mommsen.
Durante l’episcopato di Carlo Lorenzo Pampirio (1889-1904) sorsero due congregazioni religiose vercellesi: le suore di Santa Maria di Loreto per l’educazione femminile e le Figlie di sant’Eusebio per l’assistenza dei malati e degli anziani.
Nel 1895 il congresso regionale cattolico di Vercelli rilanciò il movimento laicale diocesano.
L’arcivescovo Teodoro Valfré di Bonzo (1905-1916) accolse in città le suore del Preziosissimo Sangue, i salesiani e le salesiane.
Promosse l’assistenza dei soldati e dei bisognosi durante la prima guerra mondiale.
Giovanni Gamberoni (1917- 1929) fu tra gli ispiratori della riforma degli statuti della Gioventù cattolica italiana.
Pio XI, con decreto del 15 luglio 1923, autorizzò tutti i canonici del capitolo del duomo di Vercelli a usare il titolo di prelati domestici papali.
L’Azione cattolica e l’Oftal (per il trasporto dei malati a Lourdes) raggiunsero la piena fioritura spirituale durante gli episcopati di Giacomo Montanelli (1929-1944) e Francesco Imberti (1945-1966).
Il primo celebrò i sinodi del 1933 e del 1943 e aiutò gli ebrei durante la seconda guerra mondiale.
Il secondo ottenne da Giovanni XXIII la proclamazione di sant’Eusebio come patrono della regione ecclesiastica Piemonte e Valle d’Aosta nel 1961 e restaurò i due seminari diocesani.
Albino Mensa, arcivescovo dal 1966 al 1991, introdusse in diocesi la riforma liturgica del concilio Vaticano II, costruì nuove chiese, celebrò il sinodo sulla famiglia dal 1982 al 1986.
La diocesi di Vigevano nel 1974 è stata smembrata dalla metropolia di Vercelli, diventando suffraganea dell’arcivescovo di Milano.
Giovanni Paolo II, durante la sua visita apostolica a Vercelli nel 1998, ha beatificato don Secondo Pollo, insegnante del seminario, assistente ecclesiastico dei giovani di Azione cattolica, cappellano degli alpini in Montenegro, dove morì nel 1941.
Bibliography
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Lettere pastorali dei vescovi vercellesi, a c. di M. Capellino-F. Quaranta, Vercelli 2002;
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Diocese of Vercelli
Chiesa di Sant'Eusebio
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La facciata della cattedrale di San Eusebio a Vercelli -
Veduta dell’aula dall’ingresso -
Veduta dell'aula dal presbiterio -
La cappella del beato Amedeo -
La cappella feriale
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SOURCE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.