Diocesi di La Spezia - Sarzana - Brugnato
STORIA
La diffusione del cristianesimo nella colonia romana di Luni può farsi risalire alla fine del II . o, più precisamente, ai primi decenni del III.Il Liber Pontificalis attribuisce origine lunense al padre di Eutichiano, pontefice tra il 275 e il 283, ma l’identificazione del toponimo è discussa.
Tracce di organizzazione ecclesiastica del territorio si incontrano invece alla fine del V . quando Felice, partecipando ai concili romani del 465 e del 466, si sottoscrisse vescovo di Luni.
Anche questa testimonianza tuttavia non è unanimemente accolta dagli studiosi.
Di grande rilievo è la figura del santo Venanzio, vescovo di Luni tra il 593 e il 603 circa, corrispondente del pontefice Gregorio Magno e suo delegato fiduciario in delicate controversie oltre i propri confini diocesani.
La diocesi di Luni, immediatamente soggetta alla Sede apostolica, era vastissima, avendo giurisdizione sulle valli del Magra, del Vara, del Frigido, nell’alta Garfagnana, nell’alta Versilia e in alcuni borghi della valle del Taro.
La città di Luni conobbe un progressivo declino, forse innescato dal crollo del dominio bizantino.
Il definitivo collasso urbano sarà determinato dalle invasioni del IX . Nell’860 i normanni uccisero lo stesso vescovo (probabilmente Sicherardo, ma venerato dalla tradizione come san Ceccardo).
La presenza diocesana era comunque salda: a quarant’anni dall’invasione normanna Berengario confermò sotto la sua «plenissima tuitione atque immunitatis protectione» i beni del vescovo di Luni (899).
Il privilegio di Berengario, il più antico di cui conserviamo copia, non dovette per altro essere il primo concesso alla cattedra lunense: abbiamo infatti notizia di privilegi imperiali già in età carolingia.
Ancora nel 963 tuttavia, quando Ottone I concesse un nuovo diploma al vescovo di Luni, non vi erano tracce di giurisdizione temporale: il potere episcopale era ancora un potere patrimoniale, anche se l’assorbimento di uomini nei castelli e la costituzione tra XI e XII . di famiglie signorili vassalle erano la feconda premessa alla piena giurisdizione.
L’acquisizione del potere coercitivo era in atto, ma lentamente.
Nacque in questo periodo – come spesso accadeva in molta parte dell’Italia centrosettentrionale tra XI e XIII . – un borgo nuovo, Sarzana, sotto le ali del vescovo di Luni che aveva su di esso autorità.
Un secondo soggetto ecclesiastico intanto affiancava il vescovo: il capitolo, che appariva già organizzato nel 950.
Presumibilmente tra il quarto e il sesto decennio dell’XI . furono sottratte alla diocesi di Luni le isole della Capraia e della Gorgona.
Nel 1054 l’abbazia dell’isola del Tino fu esentata dalla giurisdizione vescovile: venne affidata alla diocesi di Genova con la bolla Justus Dominus del 20 marzo 1133.
Gli aggiustamenti territoriali si inquadravano nei contrasti tra le Repubbliche di Pisa e di Genova.
Nel programma di riorganizzazione della chiesa locale, il vescovo Gottifredo II, nel 1151, cedette la plebania di Sant’Andrea di Carrara ai canonici della chiesa di San Frediano di Lucca.
Risalgono alla fine del XII . alcuni atti fondamentali per l’episcopato e il capitolo lunense: con i diplomi del 1183 e del 1185 l’imperatore Federico di Svevia fondò il potere temporale dei vescovi di Luni, mentre nel 1187 il papa Gregorio VIII definì i beni e regolamentò il capitolo lunense.
Per la cattedra di Luni si inauguravano tre decenni di fasto.
Il vescovo tendeva ad accentrare nelle sue mani il dominio e ad acquisire nuovi possessi.
Nel 1200 emanò statuti per tutti gli uomini sottomessi alla sua giurisdizione.
Il borgo di Sarzana frattanto era in crescita, non soltanto demografica: nel 1163, pur riconosciuto «in comitatu Lunensi», venne accolto sotto la protezione imperiale dall’imperatore Federico.
Già nel 1187 il pontefice Gregorio VIII autorizzò la traslazione della sede episcopale da Luni a Sarzana, anche se occorse attendere la bolla di Innocenzo III del 25 marzo 1204 per portare a compimento l’operazione.
La residenza del vescovo di Luni rimase tuttavia estremamente mobile, pur prevalendo, sulle altre, il Castrum Sarzanae.
A spezzare l’ordinaria e complessa attività dell’episcopato lunense fu la politica di Federico II tra il 1220 e il 1254: nel 1239 il vescovo Guglielmo fu imprigionato, il comitato soppresso, trasformato in provincia e affidato a un vicario imperiale, Uberto Pelavicino.
In seguito a queste vicende il vescovo si rifugiò a Pisa (1254) e nel lucchese, dove tornò anche dopo la fine della parentesi federiciana.
Dopo il rientro in sede, il vescovo Guglielmo si prodigò nel tentativo di riorganizzare il cadente dominio.
A dare ordine nuovo a carte e domini arrivò nel 1273 il vescovo Enrico da Fucecchio.
Gli episcopati che seguirono quelli del Fucecchio e del Camilla, suo successore, furono molto complessi.
La linea guida era il progressivo logoramento del potere temporale dei vescovi conti cui alla fine del XV . non rimase che un titolo nobiliare.
La sede vescovile ebbe notevole prestigio nel XV . grazie al pontefice sarzanese Niccolò V (1397-1455, papa dal 1447).
Nel 1465 è completata la traslazione della sede diocesana: il pontefice Paolo II con la bolla Romanus pontifex mutò la denominazione della diocesi che assunse il titolo di Luni-Sarzana.
Il vescovo Antonio Maria Parentucelli (1469-1485), cugino del papa Niccolò V, suggellò una vicenda secolare completando in Sarzana l’episcopio dove si trasferì.
Con breve apostolico del 15 aprile 1770 il vescovo di Luni-Sarzana riguadagnò la giurisdizione sulla plebania di Sant’Andrea di Carrara ma il 4 luglio 1787, con la bolla In suprema beati Petri cathedra, papa Pio VI eresse la diocesi di Pontremoli smembrando dalla diocesi di Luni-Sarzana 122 parrocchie.
Forse a parziale risarcimento, con la bolla Sollicita quam pro apostolici del 25 novembre 1820, la diocesi di Brugnato fu unita aeque principaliter alla diocesi di Luni- Sarzana.
Due anni dopo, con la bolla Singularis romanorum pontificum (18 febbraio 1822) è eretta però la diocesi di Massa ducale, che priva quella di Luni-Sarzana di ulteriori 112 parrocchie.
Piccoli aggiustamenti seguono ancora sotto il pontificato di Pio IX per meglio conformare la giurisdizione ecclesiastica a quella civile: con bolla Dum universi gregis (17 dicembre 1853) nove parrocchie della diocesi di Luni-Sarzana e due di Brugnato passano alla sede episcopale di Massa ducale.
L’anno successivo, con decreto della Sacra congregazione concistoriale del 9 agosto 1854, sono cedute a Pontremoli altre cinque parrocchie di Luni-Sarzana e due di Brugnato.
Aumentava nel frattempo vorticosamente la popolazione del borgo della Spezia, con una crescita, a fine secolo, unica in Italia, sino del 60 per mille.
Da 7914 abitanti del 1832, si raggiunsero i 77.500 del 1900.
Tra le cause di tale rapido incremento demografico: lo sviluppo dei lavori dell’arsenale militare e della base navale, la costruzione e l’ampliamento delle strade e della ferrovia Parma-La Spezia, i lavori per la costruzione del porto mercantile, la nascita e la crescita di cantieri navali.
Sin dai primi anni postunitari si manifesta così alla Spezia un desiderio di autonomia amministrativa.
Particolari attenzioni furono progressivamente rivolte alla popolosa città dai vescovi di Luni-Sarzana.
Il vescovo Giacinto Rossi divise in tre l’unica parrocchia cittadina, volle scuole e istituti religiosi, acquistò un appartamento per poter soggiornare in città.
Particolarmente grave appariva il problema della vivace diffusione della massoneria e di chiese protestanti con larghe disponibilità finanziarie investite, spesso, in attività propagandistica e nella costruzione di asili, scuole e chiese.
Alla morte del vescovo Bernardo Pizzorno (1926), si diffuse la voce che la Santa Sede intendesse modificare la circoscrizione della diocesi erigendo La Spezia a sede vescovile.
Pare che la volontà di insediare un vescovo alla Spezia sia da attribuirsi al pontefice Pio XI in persona che vi soggiornò in gioventù.
Con mandato di trasferire la sede vescovile fu nominato amministratore apostolico di Luni-Sarzana e Brugnato Giovanni Costantini (2 febbraio 1927), fratello del cardinale Celso.
Subito si levarono le fiere proteste della città di Sarzana.
Un primo passo verso il nuovo corso si ebbe tuttavia con la costituzione Romani pontifices del 25 febbraio 1927 con cui la diocesi di Luni-Sarzana fu dichiarata suffraganea di Genova.
Giovanni Costantini, insieme al cardinale Perosi, elaborò frattanto la bolla Universi Dominici gregis (12 gennaio 1929) che istituì una nuova diocesi, smembrando da quella di Luni-Sarzana le parrocchie appartenenti al territorio quasi corrispondente al comune della città, e la unì aeque principaliter a quelle di Luni-Sarzana e di Brugnato.
Alla nuova istituzione fu dato il nome di diocesi di Luni, ossia La Spezia, Sarzana e Brugnato.
Giovanni Costantini tuttavia, forzando le virgole del testo, si fregerà spesso del titolo di vescovo di Luni ossia La Spezia (o Luni-La Spezia), Sarzana e Brugnato.
Anche la pubblicazione della bolla, da lui curata, sarà intitolata «Circa l’erezione della diocesi di Luni o La Spezia e sua unione egualmente principale con Sarzana e Brugnato».
Con decreto concistoriale del 26 novembre 1949 i confini amministrativi del comune della Spezia vengono fatti coincidere perfettamente con quelli della nuova diocesi urbana.
Sotto l’episcopato di Giuseppe Stella, con altro decreto concistoriale del 25 luglio 1959, erano modificati sensibilmente i confini della diocesi di Luni, ossia La Spezia, Sarzana e Brugnato ricalcandoli pedissequamente su quelli della provincia della Spezia.
Discussa soprattutto fu la cessione del vicariato di Sestri Levante, giurisdizione della diocesi di Brugnato, alla diocesi di Chiavari.
Il congedo del vescovo Stella è una modifica del titolo della sede vescovile: perso il millenario titolo di Luni, elevata a sede titolare, rimane la denominazione La Spezia, Sarzana e Brugnato (Decreto della Sacra Congregazione per i vescovi del 4 agosto 1975).
Le tre unità istituzionali sono definitivamente fuse nel 1986 nella diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato.
Numerose furono le case di religiosi e religiose presenti nei secoli in diocesi.
Alcune sono sopravvissute sino a oggi, anche se la maggior parte fu sradicata alla fine del XVIII . dalle riforme leopoldine o dall’avvento delle truppe francesi.
La più capillarmente diffusa era la famiglia francescana, seguita da agostiniani, serviti, minimi di san Francesco di Paola, dai domenicani, dai carmelitani.
Presenti tra gli altri anche gli olivetani e i chierici regolari della Missione.
Only buildings with accurate georeferencing data are visualized ×
Map loading...
Caricamento dati georeferenziati in corso...
Mappa
Diocese of La Spezia - Sarzana - Brugnato
Chiesa di Cristo Re
-
La facciata della cattedrale del Cristo Re dell’universo a La Spezia -
L’ambone della cattedrale -
Veduta dell’aula dal presbiterio -
Veduta dell’aula dall’ingresso -
Il fonte battesimale -
Il presbiterio -
Il tabernacolo
Diocese
SOURCE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.