Diözese von Civitavecchia - Tarquinia
GESCHICHTE
I - Le origini
Il primo vescovo della diocesi di Centumcellae del quale abbiamo testimonianza certa è Epitteto, che sottoscrisse gli atti del concilio di Arles nel 314.Ma secondo una plausibile tradizione è dalla metà del III sec. che i cristiani sono presenti nel porto creato da Traiano, dove sarebbe morto papa Cornelio I, qui confinato dall’imperatore Decio.
La città era stata individuata come luogo per confinarvi i cristiani di alto rango: questo spiega il martirio di Secondiano, Veriano, Marcelliano, Ferma (o Fermina), il primo e il secondo Flaviano e Teofanio (celebrato da Gregorio Magno) che qui sono reclusi e ricevono il martirio.
Dal IV all’inizio del IX sec., vescovi di Centumcellae continuano a essere segnalati in vari documenti pontifici.
Resa la costa sempre più insicura dagli attacchi dei saraceni, papa Leone IV fondò nell’entroterra una città chiamata Leopoli (854) in cui si rifugiarono gli abitanti di Centumcellae, che nel frattempo era stata distrutta; per tale motivo la nuova città, secondo alcuni storici, riassunse il nome originario.
Divenute le coste più sicure, il sito originario venne rioccupato assumendo il nome di Civitasvetula ma, verosimilmente, le due città continuarono entrambe a esistere.
Nel X-XI sec. fu forte anche in queste zone l’influenza della potente abbazia di Farfa, fin quando la città e il suo territorio furono unite alla diocesi di Toscanella e poi, con l’unione di questa a Viterbo, anche Civitasvetula entrò nella nuova diocesi di Viterbo e Toscanella.
II - Unione con Viterbo
Per sette secoli Civitavecchia fu parte della diocesi di Viterbo ma non risulta che questi vescovi le abbiano mai dedicato particolare attenzione.Per tutto il Medioevo la città fu contesa tra il comune di Roma, la Reverenda camera apostolica e la potente famiglia dei Di Vico.
Nel Medioevo abbiamo traccia delle chiese di Santa Maria, di San Giulio, di Santa Ferma, di Sant’Enzo (che apparteneva al monastero di Santa Rosa di Viterbo) e di Sant’Antonio (probabilmente di proprietà del monastero di San Martino al Cimino).
Nel sinodo diocesano voluto dal vescovo di Viterbo e Toscanella Niccolò (1356) si ribadivano i diritti di quel vescovo e della sua mensa sulla Selva di San Pietro di Centocelle.
Nel sinodo vennero stabilite numerose disposizioni che riguardavano l’organizzazione della vita civile e della vita religiosa della diocesi che estendevano la loro efficacia a Civitavecchia, anche se in città continuava il governo della famiglia dei Di Vico, che cessò solamente nel 1435.
La scoperta dell’allume sui monti della Tolfa (metà XV sec.) diede vita a una colossale impresa industriale che richiamò da tutta Italia e da altri Paesi europei centinaia di minatori e di tecnici esperti nella selezione del minerale di allume, fondamentale allora per la fissazione dei colori nella stampa dei tessuti.
Le disposizioni emanate dai papi assicurarono allo Stato pontificio e all’allume dei monti della Tolfa una condizione di estremo favore.
Il minerale scendeva con i carriaggi al mare e, nel porto di Civitavecchia, veniva imbarcato sui bastimenti che lo trasferivano in tutta Europa.
La città assistette a una nuova fondazione e a uno sviluppo che si incentrò, dal XV al XVII sec., soprattutto sul commercio dell’allume al quale si affiancò gradatamente sia la funzione di porto privilegiato della marina da guerra pontificia e poi di porto per merci, pellegrini e viaggiatori diretti a Roma.
Ciò spiega la presenza in città di un governatore scelto tra i chierici di Camera a partire dalla metà del XVI sec. e, dalla prima metà del secolo successivo, tra i cardinali nipoti del papa; mentre dai primi del XVIII sec. il governatore veniva nominato direttamente dal papa tra i referendari delle Segnature (equiparando così Civitavecchia a Viterbo e a Orvieto) e controllava la città e il suo distretto che comprende sia Tolfa e Allumiere che Corneto.
La vita ecclesiastica della città si venne organizzando sempre più chiaramente intorno all’unica parrocchia, Santa Maria, retta dai padri domenicani.
La popolazione era valutata in 1200 persone alla metà del XVII sec., circa 2000 nel 1688, 4500 nel 1742 che diventarono circa 9000 alla fine del secolo.
Una seconda chiesa retta dai conventuali, San Francesco, divenne parrocchia all’inizio dell’Ottocento e chiesa cattedrale dopo la ricostituzione della diocesi.
A Civitavecchia erano presenti anche i cappuccini, dapprima chiamati per l’assistenza spirituale sulle galere pontificie e poi insediatisi nella chiesa dedicata a San Felice da Cantalice.
Nel XVII sec. in città cinque furono le confraternite più importanti, che si ridussero a tre un secolo più tardi: il Gonfalone, il Santissimo Nome di Gesù e la confraternita dell’Orazione e Morte.
III - L’età contemporanea
Dopo la Restaurazione, anche in concomitanza con la nascita della Delegazione apostolica, si pensò di ricostituire anche la diocesi, che fu stabilita nel 1825.Le comunità di Tolfa e Allumiere, che erano state ed erano sedi di chiese antiche, di conventi e di altri luoghi di culto famosi non solo nel territorio dei monti della Tolfa, vennero sottratte alla diocesi di Sutri e insieme al contado della città formarono la nuova diocesi di Civitavecchia.
A Tolfa la vita religiosa era ordinata intorno alla collegiata di Sant’Egidio e alla chiesa della Madonna della Sughera con annesso convento, e ai conventi dei cappuccini presso il convento e la chiesa di San Francesco, dei servi di Maria presso il santuario di Cibona e alle confraternite del Santissimo Sacramento, del Rosario, della Misericordia o del Nome di Dio, di san Giovanni Decollato, di sant’Antonio; ad Allumiere la parrocchia fu intitolata a Santa Maria Assunta ed ebbero un ruolo importante le confraternite del Suffragio e di Santa Maria dell’Orazione e Morte oltre alla presenza dei servi di Maria nel santuario di Santa Maria delle Grazie e degli agostiniani nel convento e chiesa della Trinità.
Cattedrale della nuova diocesi di Civitavecchia divenne la chiesa di San Francesco.
In un primo tempo la diocesi venne unita a Porto e Santa Rufina che, essendo diocesi suburbicaria, aveva come titolare un cardinale: il primo vescovo della ricostituita sede episcopale fu infatti il cardinale Bartolomeo Pacca.
Nel 1854 la diocesi di Civitavecchia venne staccata da quella di Porto e Santa Rufina e unita a Corneto (che a sua volta era stata staccata da quella di Montefiascone): questa unione è rimasta in vita sino al 1986, quando le due diocesi si sono fuse in una nuova diocesi che ha il nome di Civitavecchia- Tarquinia.
Le due chiese principali della città sono la cattedrale e la più antica parrocchia della città che è la chiesa di Santa Maria Assunta.
A Tarquinia la concattedrale è intitolata ai santi Margherita e Martino.
Due i santuari mariani riconosciuti: la Madonna delle Grazie ad Allumiere e la Madonna di Valverde a Tarquinia.
Negli ultimi anni è meta di continui pellegrinaggi la chiesa di Sant’Agostino, alla periferia di Civitavecchia, dov’è custodita la «Madonnina delle Lacrime ».
Bibliographie
V. Annovazzi, Storia di Civitavecchia dalla sua origine all’anno 1848 scritta da monsignor Vincenzo Annovazzi arcivescovo d’Iconio, Roma 1853;C. Calisse, Storia di Civitavecchia, Firenze 1936;
F. M. Mignanti, Santuari della regione di Tolfa. Memorie storiche, Roma 1936 (rist. anast. Civitavecchia 1989);
I. Benignetti, Storia della Chiesa in Civitavecchia, Civitavecchia 1979;
V. Vitalini Sacconi, Gente, personaggi e tradizioni a Civitavecchia dal Seicento all’Ottocento, Civitavecchia 1982;
O. Toti, La città medioevale di Centocelle (854- 1462), Civitavecchia 1988;
O. Toti, Storia di Civitavecchia. Dalle origini agli albori dell’età moderna. Da Traiano a Paolo II, Civitavecchia 1992 ;
F. Correnti-G. Insolera, I viaggi del padre Labat dalle Antille a Civitavecchia. 1693-1716, Roma 1995;
O. Toti, Storia di Civitavecchia. Da Sisto IV a Pio VI, Civitavecchia, 1996;
O. Toti-E. Ciancarini, Storia di Civitavecchia. Da Pio VII alla fine del Governo Pontificio, Civitavecchia 2000;
O. Toti, Storia di Civitavecchia. L’età liberale dal 1870 al 1915, [Civitavecchia] 2003.
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Mappa
Diözese von Civitavecchia - Tarquinia
Chiesa di San Francesco d'Assisi
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La facciata principale della cattedrale di San Francesco d’Assisi -
L’aula vista dall’ingresso -
L’aula vista dal presbiterio -
L'interno della cattedrale prima del bombardamento del 1944, (da Evangelista, Relazione storicoartistica cit., s.p.) -
L'interno della cattedrale bombardata nel 1944, (da "Ecclesia", 3, 1944, n. 1, p. 22) -
L'esterno della cattedrale bombardata nel 1944, (da "Ecclesia", 3, 1944, n. 1, p. 22 -
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Diözesen
QUELLE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.