Malvito, un tempo esistente secondo quanto sostengono alcuni storici, avrebbe ereditato la dignità episcopale dalla diocesi di Tempsa o Temesa intorno alla fine dell’VIII . A tale riguardo è bene segnalare che, se la diocesi di Malvito è documentata a partire dal 989 come suffraganea di Salerno insieme con Cosenza e Bisignano, la coincidenza con Tempsa, sede vescovile da ritenersi attiva entro il V . non è condivisibile, essendo oscure le circostanze in cui questa città scompare e non coincidendo la sua collocazione geografica, ormai concordemente indicata a sud di Amantea e, probabilmente, presso Nicastro alla foce del Savuto. C’è perciò chi sostiene che, essendo Tempsa come città marittima esposta alle scorrerie dei barbari, per ragioni di sicurezza i vescovi cominciarono ad abitare in Malvito, terra montuosa e inaccessibile. Dopo che Tempsa, circa nel X sec., fu rovinata dai saraceni e successivamente dai turchi, la sede vescovile passò a Malvito, per la qual cosa si credette che Malvito fosse Tempsa. Il primo documento pontificio storico che faccia menzione della diocesi di Malvito, compresa tra le suffraganee di Salerno, è del 12 luglio 989, con la quale papa Giovanni XV, per arrestare il prevalere del potere dell’influsso bizantino in Calabria e Puglia, elevava il vescovo di Salerno, Amato, alla dignità di arcivescovo conferendogli il titolo di metropolita sulle diocesi di Paestum, Acerenza, Nola, Bisignano, Malvito e Cosenza. Malvito può considerarsi diocesi di impronta latina, racchiusa nella zona della Calabria settentrionale, conquista longobarda. I documenti dell’abbazia della Matina, pubblicati nel 1958, hanno permesso di conoscere i nomi dei tre ultimi presuli tra cui Lorenzo, presente all’inaugurazione della chiesa di Santa Maria della Matina nel 1065; Gualtiero I, vescovo presente a Capua che aveva avuto dal duca Ruggero Borsa la chiesa di San Nicola con l’episcopio. Dopo potrebbe esserci stato Pietro, vescovo malvitense che intervenne nel 1122 alla consacrazione della cattedrale di Catanzaro da parte di Callisto II. La diocesi di Malvito è ricordata anche da altri papi, come Benedetto VIII nella bolla del 25 aprile 1016 e del 27 dicembre 1019; da Stefano IX nella bolla del 24 marzo 1058; da Pasquale II nella bolla del 1102 all’arcivescovo di Salerno. Nel Liber Censuum risulta immediatamente soggetta alla Santa Sede. In seguito all’attentato contro il vescovo Gualtiero, questi si trasferì a San Marco, dove morì e fu seppellito nella cattedrale. A causa dell’interdetto lanciato contro Malvito, la sede vescovile fu trasferita a San Marco.
Diözesen
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QUELLE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.