Diözese von San Marco Argentano - Scalea
GESCHICHTE
I - Le origini
La cittadina normanna di San Marco Argentano, erede dell’antica Argentanum, ha una lunga storia d’insediamenti; le fonti attestano una continuità abitativa dall’VIII sec. a.C. al Medioevo.Durante il dominio di Sibari (720-510 a.C.) era designata col nome di Argyros come piccolo centro minerario dal quale si estraeva l’argento per la coniazione dell’«incuso» (antica moneta sibarita).
Nel 390 a.C. fu annessa alla confederazione lucana, nel 356 a.C., e dopo la secessione dei lucani è annoverata col nome di Argyrano, fra le dodici repubbliche bruzie che elevarono Consentia a capitale.
Nel 282 a.C. prese parte alla conquista della città greca di Thurium e fu sconfitta dai romani che mutarono il nome in Argentanum, toponimo che decadde solo nel X sec. Nel 204 a.C., come ci informa Tito Livio, si compie il rapido processo di romanizzazione.
La prima predicazione cristiana nella zona si fa risalire all’evangelista Marco, il cui nome sarebbe stato aggiunto al primitivo Argentanum.
Una tradizione diffusa assegna ad Argentanum i martiri Dominata, Viatore, Cassiodoro e Senatore, di cui resta viva la memoria liturgica.
Ma si tratta di due notizie storicamente infondate, come dimostrato dalla storiografia più accreditata.
La fondazione della diocesi di San Marco (1070 ca), si inserì infatti nel vasto processo di latinizzazione avviata dall’intesa tra Roberto il Guiscardo e papa Nicolò II (Melfi 1059).
Il primo vescovo storicamente attestato fu il normanno Godoino.
Una relazione del 1087 ne documenta infatti la presenza alla traslazione delle reliquie di san Nicola.
Al suo rientro in Argentano, Godoino recò con sé una reliquia del santo di Mira che venne riposta nella cattedrale a lui dedicata.
L’antica circoscrizione diocesana di San Marco, posta a cavallo della catena appenninica costiera, si estende sul Tirreno da Cirella, Diamante, Belvedere fino a Cetraro; mentre nel versante interno abbraccia le valli del Follone e dell’Esaro.
Confina a sud con le diocesi di Bisignano e di Cosenza, a oriente con quella di Rossano, a nord con quella di Cassano.
Le vicende storiche nel corso dei secoli non hanno mutato tale circoscrizione.
I documenti più antichi riguardanti la diocesi sono: una pergamena datata 1157 relativa alla definizione di una controversia firmata anche da «Guglielmo vescovo di San Marco»; un’altra pergamena datata 1171 contenente un atto di vendita fatta «alla presenza di Ruben venerabile vescovo di San Marco».
Inoltre negli atti del concilio Lateranense del 1179 risulta presente il vescovo di San Marco, Ruben, per la condanna dei valdesi.
Nel 44 d.C., secondo la tradizione, si consumò il sacrificio dei martiri argentanesi: Dominata, Viatore, Cassiodoro e Senatore degli Ametista, considerati i primi martiri della cristianità e la cui conversione, secondo la tradizione popolare, si deve all’apostolo Marco.
Da questo, nel 969, il sito attuale prese il nome di San Marco a ricordo di tale evangelizzazione, ritenuta poi valida e professata da tutti i vescovi che sedettero sulla cattedra argentanese.
II - Dal Medioevo al concilio di Trento
Come tante città bruzie, anche Argentano fu soggetta alle scorrerie dei saraceni e fu teatro di contese tra longobardi e greci bizantini che la ridussero a un mucchio di rovine; ciò determinò anche di conseguenza l’interruzione della successione dei vescovi.Nel 1048 con l’assedio e la conquista di San Marco da parte di Roberto il Guiscardo, la città fu fortificata con la costruzione di numerosi edifici.
I normanni, infatti, valorizzando il primitivo insediamento di età longobarda e la naturale posizione strategica del luogo, eressero le mura della città, la poderosa torre, la casa-fortezza del Guiscardo (oggi episcopio) e l’abbazia della Matina (lat. mata, monte, bosco, selva).
Considerata tra i più raffinati esempi di architettura cisterciense in Italia, fu consacrata nel 1065 da Arnolfo arcivescovo di Cosenza e immediatamente dopo posta sotto la protezione della Santa Sede.
Fu affidata dapprima ai benedettini di Montecassino ai quali successero i monaci cisterciensi per volere di papa Onorio III, che autorizzava i monaci della Sambucina a prenderne possesso con tutti gli averi e le dipendenze.
A partire dal XV sec. viene data in commenda e da qui iniziò il suo inarrestabile declino fino al 1809, quando fu soppressa dai francesi.
Altre abbazie presenti in diocesi, le cui notizie però si perdono nel passato, sono quella di San Sozonte ai piedi della Mula, all’estremo limite occidentale della Calabria superiore, e quella comunemente conosciuta come il cenobio di Buonvicino, fondato da san Ciriaco.
Prima della soppressione generale del 1809 si contavano in diocesi diciotto monasteri.
Fra questi, uno dei più antichi esempi di architettura francescana in Calabria è il convento dei frati minori.
La sua fondazione pare si debba a Pietro Cathin discepolo di san Francesco d’Assisi.
Soppresso nel 1240 da Federico II, fu riaperto al culto nel 1320 (come si ricava da un’iscrizione a caratteri gotici affrescata su una parete del chiostro).
In esso fiorirono uomini chiari per santità; qui adolescente san Francesco di Paola dimorò per un anno (1429-1430).
Nel 1517 venne affidato ai conventuali, da questi passò agli osservanti, quindi ai riformati.
III - Da Trento al 1818
Nel corso del XIII sec. la diocesi di San Marco si annetté gradualmente a quella di Malvito.Prova evidente della compiuta annessione si ricava dell’elenco delle decime per l’anno 1324 che al foglio 6 (ss 5150-5154) registra i tributi provenienti da Malvito sotto il titolo In castro Malveti dyocesis Sancti Marci.
Al concilio di Trento la diocesi fu rappresentata fin dalle prime sedute dal vescovo Coriolano Martirano, nel 1545, che era uno dei segretari, e da Fabrizio Landriano (1562-1566), Guglielmo Sirleto (1566-1567) poi cardinale e bibliotecario di Santa Romana Chiesa.
Un altro vescovo che merita di essere ricordato per zelo, costanti propositi, erudizione e operosità è Antonino Papa.
Di origine calabrese, dottore in utroque iure e procuratore rotale della curia romana, indice, il 6 aprile 1686, il primo sinodo diocesano, i cui atti originali si conservano presso l’archivio diocesano.
Il primo seminario diocesano fu eretto in prossimità della cattedrale nell’anno 1580, durante l’episcopato di Giovanni Antonio Grignetta.
Nel 1823 il vicario capitolare Raffaele De Ambrosis, dopo averlo ottenuto dai paolotti, ottiene in cambio l’antico «ospizio» coevo alla chiesa di San Francesco e lo adibisce a nuova sede del seminario.
Fiorì sempre per serietà di formazione religiosa e per cultura; infatti in esso ricevettero l’insegnamento figure di spicco come Vincenzo Padula, Salvatore Cristofaro, il pittore di scuola napoletana Angelo Maria Mazzia.
Durante il decennio francese San Marco rimase sprovvista di vescovo.
Si cercò di porvi rimedio surrogando negli ordinariati vuoti i vicari capitolari, che rimasero in attività fino a quando, dopo il concordato del 1818, si provvide alla nomina dei vescovi nelle sedi vacanti.
IV - Dal 1818 al Vaticano II
Nelle modificazioni apportate dal concordato tra Pio VII e Ferdinando I nel 1818 anche la diocesi di San Marco subì delle modificazioni.Fu dichiarata, infatti, concattedrale e unita aeque principaliter alla chiesa di Bisignano con la bolla di Pio VII De utiliori.
La diocesi di San Marco da quel giorno diventava gemina, venendo a estendersi complessivamente per ottanta miglia e incorporando a sé altri dodici paesi.
Le due diocesi continuarono perciò ad avere organismi diocesani distinti, ma l’unicità della persona del vescovo portò a unificare molte attività e funzioni.
Il primo vescovo della restaurazione fu Pasquale Mazzei di Fuscaldo, promosso il 29 settembre 1819, che però ebbe un governo di appena quattro anni per attuare il disegno di restaurazione morale e religiosa al quale si era dedicato.
Più fecondo fu il governo di Felice Greco (1824-1842).
Egli restaurò le cattedrali, gli episcopi e i seminari e costruì a sue spese il santuario del Pettoruto, centro della devozione mariana dedicato alla Natività della Vergine, che ha una storia di antiche radici: sarebbe di fondazione medievale, eretto nel 1247 su iniziativa dell’abbazia di Acquaformosa; mentre altre notizie storiche accennano a una dipendenza del santuario dalla grangia cisterciense dello stesso monastero abbaziale fin dal 1226.
Nel 1347 da grangia diventa commenda e quindi assegnata provvisoriamente a un sacerdote o a un laico.
Infine, nel XVII sec., diventa concistoriale; a questo periodo si rifanno alcuni manoscritti inediti, che ci narrano la storia del santuario e soprattutto della statua intorno alla quale, nei secoli successivi, fu costruita l’attuale chiesa.
Il prodigioso simulacro di Maria Santissima del Pettoruto, il 6 settembre 1903, fu decorato da monsignor Ricotta, con l’aurea corona del capitolo vaticano e il santuario aggregato alla basilica di Santa Maggiore, mentre nel 1979 viene dichiarato, con breve pontificio, basilica minore.
Durante l’episcopato di monsignor Greco si ebbe, nel 1825, la beatificazione di Angelo Falcone da Acri e nel 1834 l’aggregazione di Cetraro alla diocesi di San Marco, dipendenza di Montecassino fin dal 1086.
Nel 1979 le diocesi di San Marco e Bisignano sono state scisse: quella di Bisignano è stata unita a quella di Cosenza, quella di San Marco ingrandita con il territorio tirrenico che va da Santa Maria del Cedro fino a Scalea, assumendo la nuova denominazione di San Marco Argentano- Scalea.
Infine, nel 1997, alla diocesi sono state aggregate le parrocchie dei comuni di Guardia Piemontese e Acquappesa, provenienti dalla diocesi di Cosenza.
Dal 2001 è suffraganea della nuova metropolia di Cosenza-Bisignano.
Il santo patrono è san Marco evangelista, proclamato definitivamente tale con bolla pontificia il 22 ottobre 1994 e la cui festa si celebra il 25 aprile; compatrono è san Francesco di Paola (2 aprile).
Bibliographie
S. Cristofaro, Cronistoria della città di San Marco Argentano, Cosenza 1897;G. B. Giunti, Strutture Ecclesiastiche e vita religioso-sociale della diocesi di San Marco Argentano (1815-1860), Roma 1981;
Amministrazione comunale di San Marco Argentano, San Marco città Normanna, San Marco Argentano 1998;
C. Iannelli, La Diocesi di San Marco Argentano nell’età contemporanea (1797-1945), Cosenza 1999.
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Mappa
Diözese von San Marco Argentano - Scalea
Chiesa San Nicola di Mira
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La facciata principale della cattedrale di San Nicola a San Marco Argentano -
Il presbiterio -
La cripta della cattedrale -
Veduta dell’aula dall’ingresso
Diözesen
QUELLE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.