L’archivio capitolare è l’istituto che conserva i documenti prodotti da un capitolo di canonici durante lo svolgimento della sua attività.
Quando l’istituto del capitolo è presente nelle chiesa cattedrale, l’archivio prende il nome di archivio capitolare della cattedrale, archivio del capitolo della cattedrale o (talvolta, per le sedi metropolitane) archivio metropolitano.
Quando l’istituto del capitolo è presente nelle chiese non cattedrali, “collegiate”, si parla di archivio capitolare collegiale, archivio collegiatizio o archivio della collegiata di cui segue il titolo. Nelle chiese collegiate i canonici non hanno, come nel capitolo della cattedrale, funzioni di consiglio del vescovo.
«Il Capitolo dei canonici, sia cattedrale sia collegiale, è il collegio di sacerdoti al quale spetta assolvere alle funzioni liturgiche più solenni nella chiesa cattedrale o collegiale; spetta inoltre al capitolo cattedrale adempiere i compiti che gli vengono affidati dal diritto o dal Vescovo diocesano» (Codice di diritto canonico, can. 503).
In particolare, il capitolo della cattedrale, che il Codice di diritto canonico pio-benedettino del 1917 definiva «senato e consiglio» del vescovo (can. 391 § 1), è un’antica istituzione ecclesiastica a cui in passato erano riservate funzioni importati per la vita della Chiesa locale, tra cui la reggenza della diocesi durante la sede vacante. Ha propri statuti, dai quali si determina il numero dei canonici, la misura della loro retribuzione, le loro insegne e la costituzione del capitolo stesso.
All’interno di Beweb è possibile consultare le schede degli archivi capitolari finora censiti nella sezione Istituti culturali.
DOCUMENTAZIONE CONSERVATA
L’archivio capitolare conserva documenti utili per ricostruire l’attività del Capitolo, la storia delle istituzioni ecclesiastiche a esso collegate, la vita della cattedrale, sia per gli aspetti liturgici, che, indirettamente, per le vicende politiche e sociali del territorio.
Negli archivi capitolari la documentazione più antica si riferisce, in genere, agli atti istitutivi e a quelli che nel corso dei secoli ne hanno determinato la costituzione e i privilegi, spesso su pergamena. Particolarmente abbondanti sono le carte amministrative, relative alla costituzione del patrimonio capitolare (platee, censi, inventari, ecc.) e alla sua amministrazione a vantaggio della chiesa cattedrale o collegiale, e quelle di uso liturgico, spesso con cospicui fondi musicali. Negli archivi capitolari delle cattedrali è possibile rinvenire talvolta documentazione di carattere generale relativa ai periodi di sede vacante, quando cioè l’amministrazione diocesana era tenuta da un vicario capitolare.
L’archivio capitolare può conservare anche fondi archivistici personali, magari prodotti da canonici defunti, o fondi prodotti da enti ecclesiastici collegati al capitolo (cappelle, opere catechistiche o assistenziali, ecc.).
Accanto all’Archivio capitolare è frequente la presenza di una biblioteca capitolare, costituita in qualche rara occasione da antiche testimonianze sulla presenza di “scuole” e scriptoria collegati alla chiesa cattedrale.
STORIA
L’origine, la nascita e l’evoluzione dell’Archivio capitolare sono collegate alla storia istituzionale dei collegi dei canonici, la cui esistenza nella Chiesa è attestata fin da tempi antichi. In qualche caso, infatti, si trovano documenti datati anche prima dell’anno Mille.
La costituzione Maxima vigilantia del 14 giugno 1727 di Benedetto XIII riserva particolare attenzione agli archivi capitolari, con l’ordine di creare per il Capitolo «archivi speciali e ben distinti». Poiché, infatti, di norma la legislazione ecclesiastica affidava al Capitolo in toto, magari attraverso un vicario curato, la cura pastorale della chiesa cattedrale o di quella collegiale, tra medioevo ed età moderna era diffusa la pratica di aggregare in un unico complesso documentario le carte del Capitolo e quelle della cattedrale.
Nella Istruzione allegata alla Maxima vigilantia si elencano le scritture che devono essere conservate: privilegi, concessioni, statuti, atti capitolari, verbali delle riunioni, registri e documenti amministrativi di carattere generale.
Molta documentazione è confluita negli Archivi storici diocesani dopo le soppressioni napoleoniche e le leggi post-unitarie, mentre altra vi è confluita più recentemente, dopo l’istituzione dell’Archivio storico diocesano come archivio di concentrazione, con funzioni di conservazione e tutela di complessi documentari prodotti da soggetti diversi.
Con gli Accordi di revisione del Concordato Lateranense del 1984, ratificati in Italia dalla Legge 25 marzo 1985, n. 121, cessato il regime beneficiale su cui si imperniava l’amministrazione degli enti ecclesiastici, i Capitoli hanno accentuato gli aspetti liturgici e spirituali della loro cura pastorale delle chiese cattedrali e collegiali, aggiornando di regola statuti e regolamenti alla luce della più recente legislazione canonica e civile.
BIBLIOGRAFIA
- Guida degli archivi capitolari d’Italia, 3 voll., Città del Vaticano - Roma, Ministero per i beni e le attività culturali, Direzione generale per gli archivi, 2000-2003.
- Consegnare la memoria. Manuale di archivistica ecclesiastica, a cura di Emanuele Boaga, Salvatore Palese, Gaetano Zito, Firenze, Giunti, 2003.
- Gino Badini, Archivi e Chiesa. Lineamenti di archivistica ecclesiastica e religiosa, Bologna, Pàtron, 2005.
- Angelo Turchini, Archivi della Chiesa e archivistica, Brescia, La Scuola, 2011.
- «Archiva Ecclesiae». Bollettino dell’Associazione Archivistica Ecclesiastica. Indice dei volumi editi dal 1958 al 1992, a cura di Emanuele Boaga, Città del Vaticano 1993.