L'anno giubilare dell'Abbazia di Nonantola

Sisma maggio 2012

Papa Benedetto XVI in visita sui luoghi del sisma nel luglio 2012.
Parrocchia di San Nicola di Bari a Camposanto (MO).
La Parrocchia di Sant' Egidio abate a Cavezzo. L'immagine dall'alto della parrocchiale, totalmente devastata dal  sisma.
Sant' Egidio abate a Cavezzo - L'immagine degli ingenti danni visti dal presbiterio.
San Giovanni Battista a Disvetro.
Il crollo completo della copertura della parrocchiale.
Santi Filippo e Giacomo (Duomo) a Finale Emilia. I crolli del Duomo di Finale.
Santa Maria ad Nives a Motta sulla Secchia. Il crollo visto dall'ingresso della Chiesa.
La copertina del settimanale Diocesano Nostro tempo dedicata alla visita di Papa Benedetto XVI dopo le scosse.
Il racconto fatto dal settimanale Diocesano Nostro tempo dedicata alla visita di Papa Benedetto XVI dopo le scosse.
La Parrocchia di San Biagio vescovo e martire a San Biagio in Padule. I crolli della parrocchiale.
San Felice vescovo martire a San Felice sul Panaro.
San Felice vescovo martire a San Felice sul Panaro.
San Bartolomeo apostolo a Villafranca. I crolli.
Abbazia di Nonantola.Il distacco dalle navate laterali dal tetto.
Abbazia di Nonantola, le lesioni nelle absidi.
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Nella notte del 20 maggio e nella mattina del 29 maggio due violente scosse di terremoto colpirono l’Emilia.

Nella nostra terra, così ricca di storia e di bellezza, il terremoto ha lasciato ferite profonde che toccano anche il cuore. Il patrimonio artistico ha subito danni ingentissimi, e le chiese antiche e amate che costellavano tutta la Bassa sono state fra le più colpite e devastate. Come si può facilmente immaginare, la ricostruzione è quindi un impegno davvero colossale e di enorme complessità che richiede esperienza, talento, pazienza e una cospicua dotazione di fondi. A occuparsene, coordinando gli interventi, è l’Ufficio Ricostruzione della diocesi, guidato dal geometra Mario Guglielmo Ferrari, con l’ingegner Federico Benatti, l’ingegner Osvaldo Cicogni, la dottoressa Manola Cottafava e il geometra Alessandro Lipparini, in stretta collaborazione con l’economo diocesano, dottor Antonio Barbieri e con l’Ufficio Beni culturali della Curia, diretto dalla dottoressa Simona Roversi, con il delegato arcivescovile Mons. Luciano Benassi.

Nell’area della diocesi, le opere per la ricostruzione stanno coinvolgendo più di cento interventi su chiese, canoniche e altri edifici parrocchiali. Gli edifici già riaperti al culto sono circa 23, altrettanti quelli ancora chiusi.

"Le parrocchie sono state un lievito di fiducia e speranza in questi anni della ricostruzione. Un evento drammatico come il terremoto, che ha causato tanta sofferenza nelle persone e nelle famiglie, ha trovato nella vita delle comunità parrocchiali un luogo in cui condividere, pregare e sperare. Con gli ultimi finanziamenti della Regione si continuerà il lavoro per la riapertura delle chiese, per rendere agibili le canoniche e gli ambienti per le attività pastorali e così la parrocchia potrà continuare il suo servizio pastorale in mezzo alla gente" monsignor Giuliano Gazzetti, vicario generale dell’Arcidiocesi.

 

LA MOSTRA: L’arte nell’epicentro. Da Guercino a Malatesta. Opere salvate nell’Emilia ferita dal terremoto