L'azione rituale
Rapporto tra azione rituale e forma del battistero nei primi secoli
Nelle prime generazioni cristiane l'unica cosa che si richiedeva per celebrare il battesimo era una fonte d'acqua, possibilmente corrente (At 8,36; 16,13). Molto chiara è la testimonianza della Didachè: “battezzate in acqua viva versando sul capo tre volte l'acqua nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.
Con la Tradizione Apostolica (III secolo) si parla già di una comunità radunata in un luogo dove ci sia una riserva d'acqua. A quest'epoca risale la prima testimonianza archeologica di un vero battistero a Dura Europos (Mesopotamia).
Dopo la pace costantiniana, le catechesi dei Padri (Agostino, Ambrogio, Gregorio) attestano una articolata liturgia battesimale che richiede la costruzione di luoghi battesimali come edifici separati o annessi alla chiesa per poter corrispondere alle ricche complesse esigenze liturgiche.
È in quest'epoca che cominciano a nascere i battisteri. L'aspetto che risulta evidente è la loro collocazione vicino alla cattedrale. I battesimi infatti erano celebrati solo dal vescovo ed erano vissuti strettamente collegati agli altri sacramenti dell'iniziazione cristiana di cui il battesimo costituiva il primo momento a cui subito seguiva la crismazione e l'accesso alla celebrazione eucaristica.
In ogni chiesa locale esiste dunque un unico battistero, si tratta di un luogo distinto dalla chiesa cattedrale perché destinato solo ai riti di battesimo - cresima, ma ad essa strettamente collegato perché i neofiti, appena ricevuto il battesimo-crismazione erano condotti alla chiesa cattedrale per partecipare in modo completo all'Eucaristia.
Quindi si tratta di un luogo visibile, importante, spazioso con una singolarità non sostituibile, ma collegato perché concepito come prima tappa sacramentale dell'iniziazione cristiana che era vissuta e percepita come un percorso.
All'interno l'edificio era ampio e articolato: luoghi diversi per corrispondere alle diverse azioni rituali.
Al centro indubbiamente il fonte, ma ogni luogo era ben qualificato, a partire dalle porte per significare la novità del percorso della vita cristiana che è un viaggio dalla morte alla vita per questo si entrava dalla porta aperta sul lato occidentale a significare che si lasciavano alle spalle le ombre della morte per incamminarsi verso oriente, verso la luce.
Il fonte poteva essere elevato a significare il battesimo come grembo di vita nuova, oppure discendente rispetto al livello del pavimento con tre gradini per la discesa e tre di salita. Anche la struttura architettonica risultava diversificata: l'edificio infatti può essere circolare, quadrangolare o ottagonale.
Un'importanza rilevante avevano anche le absidi – nicchie, dove si svolgevano le unzioni. Sul lato occidentale avveniva la spoliazione e l'unzione di esorcismo ad opera dei presbiteri. Dopo l'immersione al fonte, che occupava il luogo centrale, nelle absidi verso oriente avveniva il rito della consignatio ad opera del Vescovo, che attualmente corrisponde alla cresima.
Ma anche nella varietà delle forme, quello che conferisce unità è il riferimento all'evento che fa da fondamento al sacramento: la Pasqua di Gesù. Alcune forme accentuano maggiormente la discesa, la consepoltura con Cristo nella morte, altre sottolineano l'elemento della risalita dalla morte, la resurrezione e il passaggio alla vita nuova, altre l'inizio di una vita totalmente nuova (la forma ottagonale). Si nota l'influsso di diverse accentuazioni, ma si nota come in ogni forma ci sia il richiamo l'una all'altra. Che cosa attesta tutto ciò? La ricchezza dell'evento a cui si fa riferimento e la rilevanza del momento battesimale per la chiesa dei primi secoli.