Diözese von Trani - Barletta - Bisceglie
GESCHICHTE
I - Dalle origini al tardo Medioevo
Sebbene la storiografia locale abbia perpetuato la tradizione dell’origine apostolica della prima comunità cristiana di Trani, attribuendola a san Pietro, la critica storica più recente ha sollevato non pochi dubbi, fino a ritenerla infondata.Altresì poco attendibili sono considerate le narrazioni riguardanti san Redento e san Magno, primi vescovi.
Invece, le notizie concernenti la Chiesa tranese appaiono storicamente fondate a partire dal VI . Eutichio, il primo vescovo di cui si è certi, risale agli anni compresi tra il 501 e il 504.
È attestata la sua partecipazione ai concili romani indetti da papa Simmaco, dubbia invece è la sua presenza alla consacrazione del santuario di San Michele sul Monte Gargano.
Dopo Eutichio, la cronotassi episcopale riprende con Leopardo (ante 834), Oderisio (834) e Pietro (IX-X sec.).
Dal IX . Trani diventò un centro di grande importanza, e in seguito la sua notorietà si accrebbe grazie alle relazioni strette con l’impero bizantino.
In quest’epoca i presuli accertati sono Giovanni (952-980), Rodostamo (983), e Crisostomo (997-1002).
A questi segue Giovanni, che guidò la Chiesa di Trani dal 1053 al 1059, consolidando i rapporti con l’impero d’Oriente.
Fu destinatario di una lettera inviatagli dall’arcivescovo Leone di Ochrida di Bulgaria (1053), contenente la denuncia di alcuni usi della Chiesa latina.
Entrato in contrasto con la Sede apostolica, fu deposto da Niccolò II nel concilio di Melfi (1059), ma sembra che abbia conservato la sede tranese fino alla sua morte.
Sebbene Giovanni si fosse fregiato del titolo di arcivescovo (già adottato da Rodostamo e da Crisostomo), Trani fu elevata al rango di sede metropolitana forse un decennio più tardi da Alessandro II (15 maggio 1063).
Probabilmente il primo arcivescovo al quale fu concesso l’uso del pallio fu Bisanzio I (1063-1099).
Durante il suo episcopato, nel periodo in cui declinava il dominio bizantino e si preparava l’ascesa di quello normanno, la diocesi assunse una notevole estensione.
La provincia ecclesiastica comprendeva le diocesi di Andria e Bisceglie, insieme alle città di Barletta e Corato.
Incerta l’appartenenza di altre sedi.
Per la Chiesa tranese la presenza di Bisanzio I fu importante anche in rapporto alla canonizzazione del giovane pellegrino greco Nicola, morto a Trani il 2 giugno 1094.
Fu lui a perorarne la causa dinanzi a papa Urbano II, che lo autorizzò a inserirlo nel catalogo dei santi (1099).
Il santo fu eletto patrono della città, affiancandosi al patronato più antico di san Leucio; la prima attestazione, sebbene indiretta, del suo patronato risale al gennaio del 1180.
A Bisanzio I è da ricondurre anche l’edificazione della cripta dedicata al patrono san Nicola, destinata a custodire le sue spoglie, e su cui fu eretta l’imponente cattedrale romanico-pugliese (XII sec.).
Questa divenne il polo centrale della vita dell’intera diocesi.
Nel 1162 il capitolo risulta pienamente attivo e detentore della cura animarum.
La successione degli arcivescovi fu pressoché ininterrotta fino al XIV sec., epoca in cui risentì gli effetti del grande scisma (che provocò divisioni nel clero locale): Antonio de Lamberto (1379-1383) fu nominato arcivescovo da Urbano VI e Matteo Spina (1379-1384) da Clemente VII.
Tra il 1439 e il 1481 si avvicendarono tre arcivescovi provenienti dalla famiglia de Ursinis: il cardinale Latino (1439-1451), Giovanni (1451- 1478) e Cosma (1478-1481).
Questa dinastia restò l’unica dell’intera successione episcopale che, al volgere del Quattrocento, annoverò anche un nipote di Alessandro VI, il cardinale Giovanni Castelar (1493-1503).
Altri poli della vita religiosa diocesana furono i monasteri.
A Trani, oltre al monastero bizantino maschile di Santa Maria di Coalassa (ante 1028), fra XI e XII . si contavano otto o forse nove monasteri benedettini maschili e due o forse tre femminili.
Più variegato – dal XIII al XV . – era il panorama degli insediamenti monastici barlettani: due i monasteri benedettini maschili e probabilmente tre quelli femminili, uno era cisterciense (il grande complesso di Santa Maria dello Sterpeto), due di celestini, due di celestine, uno verginiano e un altro di olivetani.
A Corato era presente un monastero di celestine (ante 1449).
A Trani, inoltre, si insediarono i templari (ante 1143), i gerosolimitani (edificarono un ospedale prima del 1224) e i teutonici (ante 1240).
Questi ultimi furono presenti anche a Barletta, dove costruirono l’ospedale di San Tommaso (1197) e stabilirono il baliato di Puglia.
Qui forse fu sepolto Ermanno di Salza (†1239), maestro dell’ordine.
Per i gerosolimitani, già dal 1179 è attestata l’esistenza di un priorato (rimasto a Barletta fino al 1826).
Una loro domus sorse prima del 1373 anche a Corato.
Gli insediamenti degli ordini mendicanti furono altrettanto numerosi.
A Trani erano presenti i francescani (San Pietro, XIII sec.); i domenicani (Santa Croce, 1224-1227, forse fondato dal beato Nicola Paglia da Giovinazzo); gli osservanti (Santa Maria di Colonna, 1427), gli agostiniani (San Salvatore, fine XV sec.); le terziarie francescane (San Giovanni Lionelli, 1477; poi di clarisse, 1570); le clarisse (Santa Chiara, XV sec.).
A Barletta si insediarono i francescani (San Francesco de Fora, inizi XIII sec.), i domenicani (San Domenico vecchio, 1238), gli agostiniani (Sant’Agostino, ante 1298), i carmelitani (Santa Maria della Carità, XIV sec.), i trinitari (XIV sec.), gli osservanti (Sant’Andrea, ante 1461).
Presenti anche le comunità religiose femminili di clarisse (Santa Chiara, ante 1298) e di domenicane (Santa Lucia, ante 1290).
A Corato è attestata la presenza dei frati minori (1323).
Dal Quattrocento, poi, operarono le confraternite tranesi dell’ospedale di Santa Maria Incandelora e quella di Santa Maria dei Bianchi.
Barletta invece annoverava la presenza delle confraternite intitolate a Santa Caterina e al «Corpo de Cristo», oltre a quelle presenti nelle chiese di Santa Croce e di Santa Maria di Nazareth.
Va rilevato che a Trani, nel corso del XV sec., si verificò un incremento demografico: gli 870 fuochi registrati nel 1443 diventarono 950 nel 1475 e 1022 nel 1499.
Da quest’epoca la storia della Chiesa di Trani si intrecciò con quella della diocesi di Salpi, che vantava la presenza del vescovo Pardo al concilio di Arles (314) e fu unita a Trani una prima volta nel 1425 e definitivamente nel 1547 da Paolo III.
Gli arcivescovi tranesi si fregiarono del titolo di Salpi fino al 1939.
Si volle unire a Trani anche Canne, essendone stata decretata la soppressione l’11 dicembre 1424.
L’unione, però, di fatto non avvenne e nel 1455 Callisto III unì il vescovato cannese a Nazareth, il cui arcivescovo risiedeva stabilmente in Barletta dal XIV . Barletta, inoltre, ricadeva entro la giurisdizione di Trani, pertanto la storia della diocesi giunse a intersecarsi sia con quella della Chiesa intercisa di Nazareth, sia con quella di Canne, soprattutto per i continui conflitti giurisdizionali.
II - L’età moderna
Nel Cinquecento la diocesi tranese presentava nuovi e più ampi confini, poiché, avendo incorporato Salpi, entrarono a far parte della sua giurisdizione l’arcipretura di Casale della Trinità (1547; dal 1863 Trinitapoli), sorta proprio sulle ceneri della diocesi salpense, e il borgo rurale di Tressanti.Trani, città regia, nel 1586 diventò capoluogo di Terra di Bari e, per volere di Carlo V, sede della Regia Udienza provinciale, ma rispetto a Barletta era meno popolosa.
Entrambe le città, dotate di un porto, godevano comunque di notorietà, essendo sedi di un florido commercio.
Corato, invece era un piccolo centro, feudo dei Carafa, signori di Andria.
Nel 1532 a Trani si registravano 716 fuochi a fronte dei 1583 di Barletta e dei 723 di Corato.
Nel 1669 se ne contavano 787 nel capoluogo, 1735 a Barletta e 1227 a Corato.
Fra i tre centri, Barletta continuò a essere quello più popoloso, infatti tra il 1794 a il 1796 fu rilevata la presenza di 15.803 abitanti, mentre a Trani ce n’erano 14.070 e a Corato 9666.
Casale della Trinità censiva 2640 anime.
Il reddito della mensa arcivescovile tranese lievitò dai circa 533 ducati del 1555-1556 ai 1500 ducati di fine secolo, subendo una tassazione invariata ammontante a 1000 fiorini, ma senza riserva sui frutti.
In ossequio al trattato di Barcellona, stipulato nel 1529 tra Clemente VII e Carlo V, Trani divenne una diocesi di presentazione regia.
Il trattato però ebbe attuazione soltanto dopo circa un trentennio, ponendo ben presto da parte – tra l’altro – il «privilegio dell’alternativa» da esso stesso previsto.
La cronotassi episcopale in età moderna, infatti, risulta contraddistinta da arcivescovi di diversa provenienza: spagnoli, regnicoli o dalla corte papale.
Fra i primi sono da ascriversi il cardinal Francesco de Loris (1503-1504), altro nipote di Alessandro VI, Giovanni Battista de Hogeda (1559-1571), primo arcivescovo nominato ottemperando al «privilegio dell’alternativa ».
Fra gli arcivescovi regnicoli ci furono Angelo Orabona (1572-1575) e Scipione de Tolfa (1576-1592), che celebrò il concilio provinciale del 1589.
Fra coloro che provennero dalla corte papale compaiono il cardinale Giovanni Domenico de Cupis (1512-1551) e il cardinale Giovanni Bernardino Scotti (1555-1559).
Pietro de Torres (1695-1709) fu l’unico presule originario di Trani.
Gli arcivescovi de Hogeda e Orabona per primi risiedettero in diocesi, sebbene spesso si trattennero fuori sede per molto tempo.
Tra Cinque e Settecento, ben undici presuli su ventidue furono religiosi.
Quattro provenivano dai teatini, tre dai francescani, due dai domenicani, uno dai carmelitani, uno dai celestini.
Dubbia risulta la partecipazione di de Hogeda al concilio di Trento.
Tuttavia, in ottemperanza a quanto prescritto dal Tridentino furono convocati concili provinciali nel 1565, nel 1569 (1570?) e nel 1589, esperienze che durante i due secoli successivi non ebbero seguito.
Negli anni 1617, 1703 e 1793 avvenne tuttavia la celebrazione dei sinodi diocesani.
Diego Alvarez (1607-1634) fondò in diocesi il primo seminario (1627).
Nel 1695 Pietro de Torres tentò di ricostituirlo, ma fu soltanto nel 1756, durante l’episcopato di Domenico Andrea Cavalcanti (1755-1769), che esso fu stabilmente istituito e la sua inaugurazione avvenne nel 1765.
Nella diocesi tranese non si ebbe l’incremento delle parrocchie voluto dal Tridentino.
Soltanto a Barletta Giulio Caracciolo (1593-1597) istituì la parrocchia di San Giacomo (1594).
La cura animarum rimase di competenza del capitolo cattedrale e delle chiese madri, tuttavia l’assenza delle parrocchie fu compensata dall’incremento delle comunità religiose e delle confraternite.
Gli ordini mendicanti continuarono a insediarsi in diocesi anche in età moderna.
A Trani è attestata la presenza dei carmelitani (Gesù Maria, 1506), dei cappuccini (Santa Maria delle Grazie, 1591), dei carmelitani scalzi o teresiani (Santa Maria del Soccorso, 1637).
A Barletta giunsero i Servi di Maria (Santa Maria della Croce, 14 giugno 1516), i cappuccini (Santa Maria delle Grazie, 1554), i fatebenefratelli (fine Cinquecento), i gesuiti (1592), i teatini (San Giuseppe, 1625) e il ramo femminile degli osservanti (Santa Maria della Vittoria, seconda metà del Cinquecento).
Va ricordato il cappuccino barlettano fra Dionisio Filisio (1672-1755), morto in odore di santità.
A Corato si insediarono gli osservanti (San Cataldo, 1506), i domenicani (Santa Maria Vetera, 1518) e i cappuccini (1594).
Trani si arricchì inoltre di un nuovo monastero di celestine (Santi Agnese e Paolo, 1621).
A seguito delle soppressioni innocenziane (1652), alcune comunità religiose scomparvero e nel 1767 anche i gesuiti di Barletta furono espulsi dal regno.
Fino alla fine del Settecento aumentò il numero delle confraternite: Trani ne contava diciassette, Barletta diciotto, Corato nove, Casale della Trinità tre.
III - Dalla rivoluzione alla piena unificazione
Al sopraggiungere della rivoluzione del 1799, la sede risultava vacante dal 1798 e tale rimase fino al 1804, quando fu nominato arcivescovo Luigi Maria Pirelli (1804-1820), la cui nomina fu convalidata da Giuseppe Bonaparte, re di Napoli, soltanto il 29 febbraio 1808.Durante il decennio francese furono soppresse quasi tutte le comunità religiose.
Sopravvissero soltanto i conventi dei cappuccini (Trani, Barletta e Corato).
Dopo il concordato del 1818 i domenicani tornarono a Trani (1821), i fatebenefratelli (1820) a Barletta, dove giunsero anche gli alcantarini nell’ex convento di Santa Maria della Vittoria (1831).
Il medesimo concordato mutò l’assetto della diocesi.
Pio VII soppresse l’arcivescovato di Nazareth (27 giugno 1818) – a cui nel 1455 fu unita la diocesi di Canne e nel 1536 quella di Monteverde – e lo incorporò a Trani.
Il titolo di Nazareth fu ripristinato nel 1828, epoca a partire dalla quale i presuli tranesi se ne fregiarono.
Con la stessa bolla Pio VII affidò a Trani l’amministrazione perpetua della diocesi di Bisceglie, sua suffraganea dall’XI . e sede vacante dal 1800.
Andria rimase suffraganea di Trani.
Nel 1825 la diocesi, comprendente Trani, Barletta, Bisceglie, Corato, Casale della Trinità, Saline, Zapponeta, contava 76.900 abitanti.
Gli antichi contrasti tra il clero barlettano e l’arcivescovo si risolsero quando Pio IX eresse l’arcidiocesi di Barletta e la unì aeque principaliter a Trani (21 aprile 1860).
Nel 1866 a Barletta si verificò un episodio sanguinoso che coinvolse la comunità protestante locale e alcuni sacerdoti barlettani, ingiustamente accusati di omicidio.
Tra il 1861 e il 1866 furono soppresse le ultime comunità religiose, ma i cappuccini tornarono a Barletta nel 1902 e aprirono un convento a Trinitapoli (1903).
L’inizio del XX . segnò l’avvio in diocesi del movimento cattolico.
Il 19 marzo 1900, durante l’episcopato di Tommaso De Stefano (1898-1906), fu inaugurato a Barletta il circolo cattolico «Leone XIII», che vantò la presenza fra i suoi membri fondatori del sacerdote Nicola Monterisi (1867-1944; vescovo di Monopoli, 1913- 1919; poi arcivescovo di Chieti, 1919-1929; e arcivescovo di Salerno, 1929-1944).
Nel 1907 Francesco Paolo Carrano (1906- 1915) inaugurò a Trani un circolo di Azione cattolica, associazione che nell’arcidiocesi ricevette una particolare attenzione anche da Giovanni Règine (1915-1918).
Carrano dette inizio all’organizzazione parrocchiale della cura pastorale.
Egli istituì le prime tre parrocchie in Trani (1908) e in seguito (dopo il concordato del 1929) i suoi successori – per soddisfare le necessità spirituali insorte a causa dell’aumento della popolazione – incrementarono il numero delle parrocchie, affidandole prevalentemente al clero diocesano.
Nel frattempo aveva assunto rilievo, per la formazione dei chierici, il seminario di Bisceglie.
Durante lo stesso periodo presero vita nuove comunità religiose.
A Bisceglie giunsero i Preti della missione (1922), mentre a Trani i barnabiti istituirono il collegio di Santa Maria del Monte Carmelo (1929) e si ricostituì la comunità dei rogazionisti (1931).
A Corato si stabilirono i redentoristi (1935), a San Ferdinando i chierici regolari della Madre di Dio (1947).
Agli oblati di San Giuseppe (Giuseppini d’Asti) furono affidati il santuario di Maria Santissima dello Sterpeto in Barletta (1951), l’oratorio San Filippo Neri (1959), fondato nel 1924 dal servo di Dio Raffaele Dimiccoli (1887-1956), sacerdote barlettano, nonché la parrocchia Maria Santissima Addolorata sita in Margherita di Savoia (1956).
Altrettanto fiorente fu la presenza di religiose.
A Trani giunsero le Figlie del Divino Zelo (1910), nacquero le suore Piccole Operaie del Sacro Cuore (1935) e le suore operaie francescane del Sacro Cuore di Gesù (1937), si insediarono le angeliche di San Paolo (1937), le suore consolatrici del Divin Cuore di Gesù (1957), le suore salesiane dei Sacri Cuori (1959), le adoratrici del Sangue di Cristo (1967).
A Barletta si stabilirono le francescane alcantarine (1932), le suore d’Ivrea (1946), le salesiane dei Sacri Cuori (1950), le suore dell’Immacolata di Santa Chiara (1972), le stimmatine (1979).
A Bisceglie il servo di Dio don Pasquale Uva (1883-1955) fondò nel 1922 le ancelle della Divina Provvidenza, le quali svolgevano il loro ministero nella Casa della Divina Provvidenza, eretta (1922) per assistere malati di mente, epilettici, paralitici, tubercolotici, deformi.
A Corato operarono le suore d’Ivrea (1868), e successivamente anche le Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue (1985).
A San Ferdinando di Puglia le suore missionarie della Madre di Dio (di diritto diocesano, fondate nel 1951 e riconosciute nel 1967) e le suore d’Ivrea (1957).
A Margherita di Savoia le suore Serve dei Poveri (1944).
Tutti meridionali gli arcivescovi tranesi del XX . (pugliesi dopo il Vaticano II), fra i quali i religiosi Reginaldo Giuseppe Maria Addazi, domenicano (1947-1971, partecipò al Vaticano II) e Carmelo Cassati, missionario del Sacro Cuore di Gesù (1990-1999).
Eroica la figura di Francesco Petronelli (1939-1947), decorato con medaglia d’argento nel 1943 da Vittorio Emanuele III per aver salvato (18 settembre 1943) cinquanta cittadini tranesi dalla fucilazione dei tedeschi, dopo essersi offerto egli stesso al plotone d’esecuzione.
Nel 1943 Petronelli approvò la congregazione maschile dei Servi della Divina Provvidenza, fondata a Bisceglie da don Pasquale Uva (1942).
Giuseppe Carata (1971-1990) nel 1976 costituì a Trani l’Istituto superiore di cultura cristiana, dal 1977 Istituto di scienze religiose, nel 2006 Istituto superiore di scienze religiose, che favorì fra i laici lo studio delle discipline teologiche.
Eresse in Trani l’Associazione delle Missionarie Rogazioniste (1° giugno 1980) (consacrate secolari aggregate alle Figlie del Divino Zelo) e la Pia Associazione Luisa Piccarreta – Piccoli figli della Divina Volontà (4 marzo 1987), fondata a Corato nel 1982 per emulare l’esempio della coratina serva di Dio Luisa Piccarreta (1865-1947), laica, terziaria domenicana, che ebbe come direttore spirituale e censore dei suoi scritti il beato Annibale M.
Di Francia.
Durante l’episcopato di Cassati l’istituto secolare femminile Jesus Victima (Trani 1968), fondato da don Nicola Giordano, divenne un istituto di diritto diocesano (19 maggio 1991).
Dall’istituto scaturì, al volgere del 1968, il movimento di spiritualità Vivere In, costituitosi in associazione ecclesiale il 22 maggio 1988.
Per volere del medesimo istituto sorse anche la casa editrice Vivere In (1978).
L’attuale arcivescovo è Giovan Battista Pichierri (1999).
Con la costituzione apostolica Qui Beatissimo Petro (20 ottobre 1980), Giovanni Paolo II dispose la soppressione della provincia ecclesiastica e l’arcidiocesi diventò suffraganea di Bari.
Successivamente la Congregazione per i vescovi (30 settembre 1986) sancì la piena unificazione delle sedi di Trani, Barletta e Bisceglie, dando vita all’arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie-Nazareth, comprendente anche i comuni di Corato, Trinitapoli, Margherita di Savoia e San Ferdinando di Puglia.
L’arcidiocesi ha una popolazione di 287.755 abitanti, conta 61 parrocchie, 112 sacerdoti, 25 diaconi permanenti.
Bibliographie
Cappelletti XXI 47;DHGE II 130-137;
EC II 858-862, XII 421-424;
GACI I 305-307, II 33-36;
GADI I 67-71, 289-291;
Gams 933, I 38;
II 22;
Hier. Cath. I 491-492, II 254, III 316-317, IV 341, V 385, VI 412, VII 374, VIII 561, IX 373-374;
Kehr IX 288- 301;
(1977) I 309, 314, 315, 319, 320, 324, III 447, V 586;
Lanzoni 158, 162, 166, 291-293, 300-301, 304, 655;
Monasticon III 36-40, 107-110;
Ughelli VII 885- 917;
O. Pedico, La chiesa barlettana. Nel primo centenario dell’elevazione ad archidiocesi, Barletta 1961;
A. Pratesi, Alcune diocesi di Puglia nell’età di Roberto il Guiscardo: Trani, Bari e Canosa tra Greci e Normanni, in Roberto il Guiscardo e il suo tempo, Roma 1975, 227- 242;
P. di Biase, Trinitapoli sacra. Appunti per una storia socio-religiosa del Sud, Milano 1981;
P. di Biase, La chiesa di Trani e i suoi pastori. Cronotassi episcopale, «Bollettino interdiocesano per gli atti ufficiali e le attività pastorali delle Chiese Locali unite di Trani Nazareth- Barletta e Bisceglie», LXII, 1-4, 1983, 83-109;
P. di Biase, Serie cronologica dei vescovi di Canne e degli arcivescovi di Nazareth con sede in Barletta, «Bollettino interdiocesano per gli atti ufficiali e le attività pastorali delle Chiese Particolari unite di Trani Nazareth- Barletta e Bisceglie», LXII, 12, 1983, 459-474;
Cronotassi, iconografia e araldica dell’Episcopato pugliese, Bari 1984, 112, 294-300;
P. di Biase, Aspetti evolutivi ed involutivi della realtà confraternale della diocesi di Trani nel Settecento, in Le confraternite pugliesi in età moderna, a c. di L. Bertoldi Lenoci, Fasano 1988, 303-331;
P. di Biase, Appunti per una storia delle Confraternite della Diocesi di Trani (. XV-XVIII), in Le confraternite segno e presenza nella chiesa locale, Roma 1989, 119-134;
P. di Biase, Iniziativa vescovile e resistenze capitolari nell’organizzazione parrocchiale di Terra di Bari nel Decennio Francese, «Archivio Storico Pugliese», XLII, III-IV, 1989, 489-523;
P. di Biase, La soppressione dei monasteri di Terra di Bari, «Archivio Storico Pugliese», XLIV, 1991, 135-161;
G. Otranto, Italia meridionale e Puglia paleocristiane. Saggi storici, Bari 1991, 248-251;
F. Spaccucci-G. Curci, Storia dell’arcidiocesi di Trani, Napoli 1991;
G. Cioffari, S. Nicola Pellegrino Patrono di Trani. Vita, critica storica e messaggio spirituale. In occasione del IX centenario della morte (1094-1994), Bari 1994;
H. Filipponio, La Commenda Magistrale di Casaltrinità, «Studi Melitensi», II, 1994, 295-310;
R. Iorio, L’inchiesta di papa Gregorio XI sugli Ospedalieri di Trani, Taranto 1996;
P. di Biase, Aspetti della tridentinizzazione in Puglia. L’arcipretura di Trinitapoli nel secondo Cinquecento, «Archivio Storico Pugliese», XLIX, 1996, 93-116;
M. Spedicato, Il mercato della mitra. Episcopato regio e privilegio dell’alternativa nel Regno di Napoli in età spagnola (1529-1714), Bari 1996;
Barletta crocevia degli Ordini religioso-cavallereschi medioevali, Seminario di studio, Barletta 16 giugno 1996, Taranto 1997;
R. Russo, Le cento chiese di Barletta. Fra mito e storia, dalle origini alle Crociate, Barletta 1997;
P. di Biase, Fra istituzioni e soppressioni: la presenza degli Ordini religiosi nella diocesi di Trani dall’XI al XIX secolo, «Archivio Storico Pugliese», LI, 1998, 41-81;
R. Russo, Le cento chiese di Barletta. Dagli Ordini mendicanti al XX secolo, Barletta 1998;
Atlante degli Ordini, delle Congregazioni religiose e degli Istituti secolari in Puglia, a c. di A. Ciaula-F. Sportelli, Modugno 1999, 551-559;
Vescovi, disciplinamento religioso e controllo sociale. L’arcidiocesi di Trani fra medioevo ed età moderna, Atti del convegno di Studi, Trinitapoli, Auditorium dell’Assunta, 20-21 ottobre 2000, a c. di P. di Biase, Bari 2001;
M. Acquafredda, Strategie insediative dell’Ordine francescano in Puglia. Il complesso clariano di S. Giovanni Lionello in Trani, «Archivio Storico Pugliese», LV, 2002, 51-76;
P. di Biase, Per la storia della riforma cattolica nel Mezzogiorno. L’arcivescovo Diego Alvarez e il sinodo tranese del 1617, «Archivio Storico Pugliese», LVIII, 2005, 297-322;
R. Iorio, «Ecclesia» e «civitas» barlettane nei documenti medievali, ivi, 157-278;
A. Dargenio, Chiesa e società nelle lettere pastorali degli arcivescovi di Trani, Barletta, Bisceglie e Nazareth nella prima metà del XX secolo, Bari 2007.
Es werden nur die Gebäude angezeigt, für die eine exakte Georeferenzierung vorhanden ist×
Karte wird geladen...
Caricamento dati georeferenziati in corso...
Mappa
Diözese von Trani - Barletta - Bisceglie
Chiesa di San Nicola Pellegrino
-
La facciata principale della cattedrale di Trani Santa Maria Assunta -
La facciata laterale della cattedrale di Trani Santa Maria Assunta (fonte: Wikipedia) -
Dettaglio del rosone sito sulla facciata laterale. (fonte: Wikipedia) -
Dettaglio del portale con doppia cornice scolpita affiancato da due colonnine -
Veduta dell’aula dall’ingresso -
Il presbiterio
Diözesen
QUELLE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.